III - La telecamera
Immobile, l'occhio efficiente sempre vigile, la telecamera che stazionava da anni sulla costruzione opposta alla gioielleria ricordava l'entusiasmo iniziale per quella collocazione che presagiva densa di emozioni. Essere postati in una via centrale, davanti a una importante gioielleria era quanto di meglio potesse sperare e già si vedeva testimone di mille avventure, fughe, sparatorie, forse un omicidio e lei sarebbe stata al centro di ogni fatto, determinante e pronta a stabilire certezze in favore della giustizia.
Invece non era andata così e la vita snocciolata sotto i suoi attenti occhi era quanto di più banale potesse supporre. Monotona e senza gloria.
Delusa da tutto quel tempo trascorso a guardare un via-vai senza storia, capitò che un mattino, proprio quel mattino, si sentisse tanto giù da sentire una lacrima scendere dal suo unico occhio e capitò proprio nell'istante in cui il ladro usciva frettolosamente dal luogo del suo misfatto.
Poco dopo attorno alla gioielleria ci fu un'incredibile movimento... e dopo ancora arrivarono mezzi da cui sbarcarono persone con la scritta "Scientifica" sulla schiena e si chiese cosa mai fosse accaduto dentro il negozio. Spinse lo sguardo fino a sfuocarlo, non vide che ombre ma quel che era accaduto lo udì salire dal capannello di curiosi che stazionavano proprio sotto la sua postazione. Un tentato furto, ecco cos'era accaduto, e la polizia avrebbe contato sulla registrazione della telecamera per dare un volto al malfattore che doveva pur averne registrato l'uscita a volto scoperto.
L'avrebbero consultata, finalmente... la gioia della telecamera arrivò alle stelle ma l'euforia durò poco perchè, dopo qualche ora, sentì i tutori dell'ordine dire che no, la registrazione risultava sfuocata proprio negli attimi in cui il ladro fuggiva, come se un velo d'acqua l'avesse offuscata rendendola infruttuosa.
La Scientifica, poi, disse di non avere rilevato nulla di importante nei guanti che parevano nuovi e senza traccia del costruttore. Anche le impronte, ben chiare, non trovarono riscontro fra quelle del casellario giudiziario e quindi sarebbero state solo conservate, nel caso che il malfattore avesse compiuto un'altra prodezza.
Il gioielliere, abituato a conservare l'aplomb, lo fece anche alla notizia che il ladro non sarebbe stato rintracciato, ringraziò le forze dell'ordine e si apprestò a gustare il suo caffè di mezza mattina. Posata la tazzina sul piattino, si avvicinò alla porta a vetri e guardò davanti a sè, verso la telecamera.
Inutile!, una telecamera come lei! Cos'era successo? Il fatto parve incredibile al suo stesso occhio ma poi ripensò al momento di tristezza, alla goccia di commozione e sentì un groppo formarsi non si sa dove. No, non era possibile che lei, proprio lei, avesse contribuito a lasciare un malfattore in libertà, scacciò il pensiero molesto e si disse che il momentaneo oscuramento poteva essere stato prodotto da una goccia di pioggia, da un escremento lasciato cadere in volo o da chissà che altro.
Non si sentì colpevole ma non si abbandonò mai più alla commiserazione, non pensò che i giorni svolgessero monotoni, fu sempre attenta e ligia perchè la vita è imprevedibile e occorre farsi trovare pronti quando il momento di gloria arriva, senza banchetti o fanfare, a baciarti.
Mentre si apprestava con diverso spirito ad osservare quanto accadeva nel suo raggio d'azione, la telecamera vide sulla porta il gioielliere, sentì il suo sguardo e le parve... ma sì... le stava proprio strizzando l'occhio.
Non ne seppe la ragione ma si sentì felice.
Fine
Sari
Bella la personificazione della telecamera anche se nel “ personaggio telecamera “ ci leggo alcune metafore della vita che inducono a riflettere. Brava, Sari.
RispondiEliminaTengo da conto i tuoi commenti che m'incoraggiano. Quando riesco, metto qualche considerzione etica nei miei raccontini e mi fa piacere che tu l'abbia notato.
EliminaGrazie Farfalle, buon pomeriggio.
avendo letto per prima la terza parte m'ero immaginato un diverso sviluppo della vicenda.
RispondiEliminalineare la descrizione secondo un tuo stile riconoscibile e piacevole.
se credi puoi correggere l'errore nel titolo: sgurdi.
ancora una volta grazie e buon giorno
E chi mai poteva cominciare la lettura dal finale se non Antonypoe? :)))
EliminaTi ringrazio per il commento e per avermi permesso di correggere la svista.
Ciao Ant.
con i romanzi a volte inizio da un punto a caso. per l'ultimo ho cominciato da pagina 100 :)
Eliminaprego e buon giorno
La nostra conoscenza è datata eppure riesci ancora a sorprendermi.
EliminaBuona giornata.
Bel racconto, Sari. Quando leggo blogger che scrivono racconti mi torna sempre la voglia di ricominciare a scriverne, come facevo una volta. Prima o poi... :-)
RispondiEliminaNon ho letto qualcosa di tuo ma so che sai scrivere bene perchè questo è evidente in ogni tuo post. Fa' che sia prima che poi e... scrivi.
EliminaGrazie Andrea.
Non hai letto i miei racconti? È gravissimo! (Scherzo! :-))
EliminaQuando e se hai tempo e voglia, qualcuno lo trovi qui.
Ciao :-)
Grazie, sto rimediando ;)
EliminaCiao :)
L'anima delle cose è sempre più vitale di quanto non si immagini. Fantastico racconto, e ti comprendo appieno. Però un quarto capitolo col pensiero della pistola meccanica ci stava tutto.. ;)
RispondiEliminaLa pistola del racconto è depressa... tagliata e metà, privata del caricatore e della possibilità di nuocere o difendere si sta interrogando sul senso della vita. Ti capitasse di incontrarla, dille che probabilmente ha redento un giovane ladro.
EliminaGrazie Franco, ciao.