I - Il rapinatore
Arrivò nei pressi dell'importante gioielleria con lo scooter, vide un posto libero nel parcheggio destinato alle moto ma lo ignorò preferendo sistemare il suo mezzo poco più in là, accanto a uno dello stesso modello e colore del suo. La fortuna aiuta gli audaci, si disse.
Si tolse il casco, che tenne con sè, si avvicinò alla porta della gioielleria e con la mano guantata premette il bottoncino dorato. Quel mattino aveva curato il suo aspetto e scelto con cura gli abiti per somigliare a una persona facoltosa e credette d'esservi riuscito.
Un suono leggero annunciò l'apertura della porta e lui entrò ricambiando il saluto del gioielliere che in quell'ora di primo mattino era solo al banco. Sfilò i guanti che posò diligentemente su una mensola di vetro e chiese di vedere un anello, un oggetto importante per una signora altrettanto importante e, dopo un breve colloquio teso a determinare i gusti della signora, si mise in attesa del vassoio che il gioielliere si apprestava a predisporre.
Gli anelli erano pochi ma di ottima fattura, li osservò tutti con calma poi, alzato lo sguardo sul gioielliere, chiese qualcosa di ancora più prezioso. Il gioielliere, abituato a quel tipo di richieste, aprì un cassetto approntato sotto il banco e gli porse un unico oggetto.
Il rapinatore non si chiese se quello fosse il top della casa ma l'anello d'oro bianco con un diamante grande quanto una mandorla e che, a garanzia della purezza rifrangeva mille luci, lo emozionò. Magnifico. Lui lo prese, lo mise accanto agli altri disposti nel vassoio e parve fare una comparazione. Ne descrisse la magnificenza, ne chiese il prezzo e, sentita la cifra stratosferica, espresse il proprio dispiacere dicendo che sì, sarebbe stato all'altezza della persona a cui era destinato, ma di non poterselo permettere. Sospirò. Lo riprese ancora in mano, quasi a mitigare il dispiacere del distacco, lo guardò ammirato, lo alzò controluce e lo posò delicatamente nel vassoio.
Mentre il gioielliere si apprestava a rimettere il prezioso diamante nel cassetto segreto, lui ne prese un altro dal vassoio rimasto sul banco, lo soppesò e il gesto successivo fu quello del prestigiatore perchè mentre lo riposava ne fece scomparire un altro, anche quello bellissimo, che gli era accanto. L'aveva fatto quasi scivolare nel suo polsino quando un clack, che riconobbe immediatamente, lo interruppe e gli fece alzare lo sguardo. Il grande specchio posato sull'elegante bancone gli riflettè l'occhio di una pistola che da una delle teche di vetro fissate al muro puntava direttamente alla sua schiena. Immobilizzò e, dopo una frazione di secondo, l'anello fece il percorso inverso scivolando nuovamente dal suo polsino al vassoio.
Il gioielliere, intanto, pareva non avere udito alcun rumore e neppure le manovre del rapinatore e con gesti misurati si apprestava a richiudere il cassetto segreto.
Il tempo, per entrambi, pareva avere rallentato la sua corsa.
Il ladro non lo guardò in viso ma sorrise, lo ringraziò dicendo che avrebbe riflettuto sulla scelta, salutò, prese il casco che aveva posato su uno sgabello e, udito il breve suono della porta che l'aveva accolto all'entrata, mise la mano sulla grossa maniglia dorata della porta e uscì.
Infilò il casco che ancora tremava di spavento per quella pistola che era apparsa improvvisamente da una delle teche alle sue spalle di cui non vedeva nè il calcio nè la mano e... s'era visto morto.
Inforcato lo scooter sfrecciò lontano da quel luogo e ripercorse mentalmente i gesti che aveva compiuti durante la mancata rapina... no, non aveva lasciato alcuna traccia che avrebbe potuto ricondurre alla sua persona.
Respirò di sollievo per lo scampato pericolo e, immergendosi nelle vie del centro ormai trafficate, ringraziò ancora una volta la buona stella dei rapinatori che quel mattino l'aveva assistitito per ben due volte.
Sari
(segue)
L’elemento sorpresa anima il racconto che, devo dire, mi piace tanto. Tu scrivi molto bene, i tuoi racconti si fanno leggere fluidamente. La tua scrittura corre libera ma non è mai superficiale, non trascura i dettagli. Brava Sari…buon pomeriggio.
RispondiEliminaGrazie Farfalle!
EliminaTi abbraccio.
Il rapinatore e la sua coscienza, mi par di capire.. ;)
RispondiEliminaNon so... ho immaginato solamente un fatto visto da angolazioni diverse. Ieri è toccato al ladro, oggi al gioielliere, domani alla telecamera.
EliminaCiao!
Più che un rapinatore è un ladro di destrezza.
RispondiEliminaNon si sa se il protagonista fosse o meno armato... ;)
EliminaCiao Alberto.
confermo la distinzione delle fattispecie: giuridicamente perché si abbia rapina occorre la violenza.
Eliminaciao a entrambi
Alberto ha pienamente ragione, avrei dovuto cambiare il titolo ma quando ho cominciato a scrivere intendevo parlare di una rapina... poi i tasti mi hanno guidato ed ho scritto tutt'altro. Dovrei smettere la brutta abitudine di scrivere di getto...
EliminaCiao Ant.
non è importante. non siamo professionisti :)
Eliminaciao
Io no. :)
EliminaBuongiorno Ant.