Chi pensa che i blog siano luoghi di sole chiacchiere, più o meno lecite, sbaglia di grosso. Un esempio ce lo mette sotto il naso giorno dopo giorno la brava Patricia Moll che ha ideato succosi eventi di scrittura in varie forme e tutte da gustare. Date un'occhiata Qui
Ho partecipato a "Insieme raccontiamo 41" del 20 gennaio - lo trovate qui - e questo è il mio contributo all'accattivante incipit che Patricia ha proposto.
Il baule
Avevano comperato la loro casetta. C’erano voluti anni e sacrifici ma ce l’avevano fatta. Non era una reggia però a loro era piaciuta subito. Immersa nel verde ma non lontano dalla città. Soprattutto indipendente su tutti e quattro i lati. Intorno un bel giardino ricco di fiori e piante rigogliose. Una in particolare. Una betulla argentea. Doveva essere vecchissima tanto era alta.
I venditori avevano lasciato la casa arredata. Non che i mobili fossero antichi o stupendi però qualcuno di buona fattura nel mezzo c’era. Una bella ripulita, una carteggiata e una mano di vernice e li avrebbero recuperati. I mobili non bastano mai. Specialmente quelle cassettiere.
Gli altri invece erano già ammuchiati in cortile pronti per la discarica. Prima però di chiamare gli addetti del comune avevano deciso di dare uno sguardo anche in soffitta.
Altri mobili, scaffali, scatoloni… in un angolo anche un vecchio baule. Non sapendo da che parte iniziare, la ragazza si inginocchiò proprio di fronte ad esso. Era chiuso a chiave ma le cerniere erano vecchie e con un leggero colpo di cacciavite saltarono. Una volta aperto….
Una volta aperto... le apparve una ordinata fila di quelli che parevano libri e invece, come scoprì, erano diari. La tentazione di leggerli la sfiorò solo per un momento ma ritirò rispettosamente la mano, chiuse il baule e si voltò verso suo marito che stava esaminando una vecchia bicicletta.
La notte arrivò e lei, nel buio della vecchia casa che ancora abitavano, ripensò ai diari cercando di immaginare chi potesse averli scritti e conservati con tanta cura. Una donna? E se sì, come mai non li aveva portati con sè? Un uomo? No, un uomo non scrive così tanto... se non per professione.
- Dormi pazzerella - si disse. Chiuse gli occhi, allungò la mano verso la schiena di suo marito addormentato e lo imitò.
Resistette tutta la settimana alla curiosità ma il sabato corse alla soffitta, sedette su uno sgabello parzialmente sverniciato e, tacitato il senso di colpa, prese il primo diario in alto a sinistra e lo aprì.
- Se mi stai leggendo, questo significa che non sono più fra voi... - cominciava chi scriveva.
- Ehi, non si pranza oggi? Non dirmi che sei ancora in soffitta - disse suo marito molte ore dopo mentre saliva le scale.
- Tutto bene? - chiese guardando la moglie pallida e immobile con il quarto diario in grembo e altri tre a terra.
- Siedi qua e ascolta questa incredibile storia.
Quel giorno non pranzarono e lessero tutti i diari presenti nel baule. Ogni tanto si guardavano scorgendo negli occhi dell'altro lo stesso sgomento e stupore.
Prima che facesse buio, scesero dalla soffitta e mangiarono un panino fra i fiori del giardino che era proprio generoso. Mangiarono in silenzio, ognuno seguendo i propri pensieri, per poi condividerli... quasi contemporaneamente. Si dissero che quel che avevano letto, sbriciolata in otto diari, poteva essere l'opera di uno scrittore di fantascienza e si ripromisero di fare ricerche sul web per scoprirne l'autore. Sì, doveva essere così, non c'era altra spiegazione. Ma non trovarono nulla e gli abitanti della vecchia casa non furono loro d'aiuto perchè quella era la loro casa delle vacanze e non erano mai saliti in soffitta.
Il trasloco fu impegnativo e distolse parzialmente l'attenzione dal baule in soffitta dove rimase chiuso per qualche mese.
In un giorno di settembre, tornarono ad aprirlo per scoprire che i libri non erano più otto ma nove. Lessero l'ultimo avidamente, con mani tremanti, per scoprire che l'autore era un'autrice e diceva d'essere una vicina di casa... anche se la vicinanza era particolare. Era vissuta in quella casa, che ora era la loro, per un esperimento e ora era tornata nella sua dimensione, un luogo parallelo che pareva inaccessibile a chi non sapeva varcare certe porte ma che poteva essere a portata di mano. Pallidi e silenziosi, scesero in giardino, panacea per ogni male, e lì si abbracciarono per confortarsi, con occhi lucidi e tanta apprensione in cuore. Quella casa che pareva la realizzazione di un sogno aveva assunto un aspetto minaccioso... non erano soli e non lo sarebbero stati mai più.
Su un ramo della vecchia betulla, una ragazzina li guardava pensosa... avrebbe dovuto dirlo al più presto che i diari erano opera sua, narratrice di fantascienza in erba. Altro che giardiniera, come avrebbe voluto il nonno che curava i giardini dei dintorni... da grande sarebbe divenuta una grande scrittrice ed ora che aveva la prova dell'efficiacia della sua fantasia, poteva dirsene certa.
Sari
---------------------------
Chi vuole provare a mettersi in gioco corra a casa di Patricia e si butti.