Patria
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Giovanni Pascoli
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Sogno d’un dì d’estate.
Quanto scampanellare
tremulo di cicale!
Stridule pel filare
moveva il maestrale
le foglie accartocciate.
Scendea tra gli olmi il sole
In fascie polverose;
erano in ciel due sole
nuvole, tenui, rose;
due bianche spennellate
in tutto il ciel turchino.
Siepi di melograno,
fratte di tamerice,
il palpito lontano
d’una trebbiatrice
l’angelus argentino…
dov’ero? Le campane
mi dissero dov’ero,
piangendo, mentre un cane
latrava al forestiero,
che andava a capo chino.
Molto bella questa poesia di Pascoli!Buona giornata.
RispondiEliminaAnche a te.
EliminaMolto bella, pensa che non la conoscevo !! Ciao, buon mese di agosto !!
RispondiEliminaBuon agosto anche te, cara Mirtillo.
EliminaSenza patria in casa propria.. un senso di appartenenza che non sento particolarmente vivo.. ma è un discorso lungo..
RispondiEliminaSono discorsi che non faccio sul web ma... La penso esattamente come te, mi sa!
EliminaA Franco: Senza patria in un mondo che non ci rappresenta. Sento mio il pensiero di Pascoli e lo trovo tremendamente attuale. Buona settimana.
EliminaA Miryam: Il senso di appartenenza è importante e sentirsi orfani al mondo è scoraggiante.
EliminaBuona settimana.
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RispondiEliminaLo spaesamento di Giovanni Pascoli è sempre toccante, nella sua esistenziale malinconia... Grazie, Sari. Buon fine settimana!
RispondiEliminaQuello spaesamento è oggi anche mio. Nel percorso scolastico, mi ha sempre meravigliata ogni estinzione di epoche ma ora so che questo accade quando una società non sa redimersi e imparare dai propri errori.
EliminaGrazie Maria, buona settimana d'agosto