- "Ti auguro un Avvento al Santo Natale colmo di speranze buone e desideri realizzabili”- Sari

5 ago 2024

Lettere pensate

 Agosto 2024

Caro figlio,

se oggi ti scrivo invece di parlarti, è per non dire qualcosa di sbagliato, che può ferirti e che interrompa quel doveroso percorso di crescita  di cui non ho saputo avere cura. Hai compiuto un delitto tremendo, ancora  più terribile perché pareva essere originato da un amore che amore non era. Hai ucciso. 

Non badare al clamore che il tuo gesto ha provocato, non giustificarti come io, genitore, non giustifico me stesso per non avere detto, visto, capito, ascoltato quel che in te andava rassicurato e protetto.  Io, oggi, mi sento colpevole quanto te della morte di Giulia e se parrà sia tu solo a pagare il gesto, sappi che sconterò una pena altrettanto grave e senza fine. 

Io, oggi, ti chiedo l'aiuto che non ho saputo darti,  ti chiedo di riconoscerti colpevole, senza sconti e senza timori perché solo così potrai salvarti e salvare vite di donne innocenti e dei maschi che vorranno imitarti. 

Prometto di starti accanto, come fratello e sostenerti nel tuo percorso di consapevolezza in attesa di diventare, per te, un vero padre. Siamo due persone in crescita e se potrai a perdonare le mie assenze, le assurde pretese e i miei cattivi esempi, sappi che un giorno, grazie a te, diverrò un vero padre. Aiutami.

Caro figlio, ci attendono tempi difficili ma li affronteremo insieme, con coraggio e due progetti di vita vera. 

Ti voglio bene.  Papà



20 commenti:

  1. Un padre non deve giustificare il figlio,ma accompagnarlo nel suo percorso di crescita.Ciao Sari

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  2. Plaudo alla tua capacità di calarti nel ruolo di padre, però mi lascia dubbioso il contenuto sé questa lettera vuole essere un “ripensamento” rispetto alle parole usate dal padre di Filippo durante il colloquio in carcere col figlio. Le tue sono ideali ma teoriche, le sue, forse sbagliate, erano dettate dal timore di perdere il figlio.
    massimolegnani
    orearovescio.wp

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    1. La mia intenzione era di mettere a fianco di quel giovane assassino un padre degno di questo ruolo perchè è sventurato quel figlio che si ritrova un padre che lo consola e gli offre sponda invece di metterlo di fronte alle sue responsabilità. Aiutare un figlio a considerare la portata dei suoi gesti significa farlo crescere, offrigli strumenti affinchè non vincano gli istinti peggiori e possa coltivare la ragione... quella che gli permetterà di avere relazioni valide e motivo di felicità.
      Il padre di cui stiamo discutendo cerca di assolvere se stesso e le sue cattive parole... bastano quelle per compatire il giovane che ha ucciso e come sia arrivato a farlo.
      Le mie idee non sono puramente teoriche, un poco di pedagogia l'ho studiata, ne ho letta tanta ed ho avuto la fortuna di avere tre figli.
      Ciao Massimo Legnani

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  3. Credo che quel padre sconterà molto più del figlio, perché continuerà ad essere libero, a ricevere sguardi, silenzi, parole finte e anche parole vere, ma inutili.
    Continuerà a guardare la moglie, a chiedersi chi dei due ha istillato il veleno nel figlio, o se Giulia è la sola serpe ad aver istigato l'ineluttabile.
    Non sapremo mai, come non sapremo come si può lasciare un neonato a morire in auto sotto il sole, ma accade.

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    1. Perchè parli di istigazione, ineluttabilità e paragoni Giulia a una serpe? A meno che non si torni all'antico credere fosse la donna a spargere malìe a cui il maschio non poteva fare altro che soccombere.
      Gli adulti inadeguati o troppo sovraccarichi che scordano il neonato in auto, non sono sovrapponibili al gesto dell'assassino di una donna che decide, vuole, sente il desiderio di distruzione.
      Dovremmo tutti rieducarci ai sentimenti.
      Buona serata Franco.

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    2. Faccio le mie scuse Sari se entro tra i commenti tra te e Franco ,ma ricordo che anche lui un po di mesi fa ha trattato in un post del suo blog questa terribile notizia .Non penso che a Franco servano difensori di nessuno genere e né io son qui per questo,ossia difendere una sua posizione a me molto chiara e di certo conforme anche a quanto scritto qui.Se non sbaglio su quel post "maschi assassini"ci sono anche i miei ed i suoi commenti,se ha un po di pazienza può rileggerlo e capire meglio il pensiero di Franco che contesta proprio una forma di patriarcato dell'antico credere a cui fai riferimento
      Quello che noto e spero con tutto il cuore di sbagliarmi è che molte volte alcune donne sono spesso sull'altolà,sulla difensiva anche quando non hanno motivo alcuno di esserlo,come in questo caso.

      Questa lettera mi ha inoltre dato uno spunto di riflessione sul perché nel fallimento educativo del proprio figlio non c'è la figura di entrambi i genitori?

      Le auguro una buona serata

      Linda



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    3. Sari perdona quella che hai scambiato per durezza d'intervento e che io attibuivo solo ad un possibile/eventuale pensare di quel padre. Non sono intervenuto perché non avevo ancora letto (torno al post dopo tua mail), ringrazio comunque Linda per il riferimento al mio post Maschi assassini dove mi carico di ogni responsabilità e anche di più, se possibile. Ribadisco che cercavo solo di sottolineare il probabile e unico punto di vista col quale quel, quei genitori, probabilmente cercheranno di attutire le colpe del figlio.
      E qualsiasi comportamento possa aver mai guidato Giulia, non potrà mai giustificare un omicidio. Ti chiedo di nuovo scusa per l'equivoco, e per la tardiva replica. Un abbraccio.

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    4. Grazie per il tuo ritorno. Sono sensibile all'argomento ma la mia lettera aveva per protagonista un padre che riflette sul suo ruolo che non viene mai messo pubblicamente in discussione. Era solo quella sotto la mia lente di ingrandimento.
      Un abbraccio a te.

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    5. @Franco

      Non hai motivo di ringraziarmi,semmai sono io a ringraziarvi entrambi,per avermi dato modo di mantenere equilibrato uno stato di sensibilità verso la "persona". È sempre e solo questa sotto la mia di lente di ingrandimento.

      Buona giornata:)

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  4. Personalmente non vorrei stare nei panni del padre di Filippo e provare la responsabilità di aver contribuito a creare un simile mostro , sempre che ne senta responsabile ma ho i miei dubbi .
    La tua lettera la trovo intelligente e umana , aperta a un atteggiamento autocritico e costruttivo .
    Ti bacio
    eos

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    1. La storia, bruttissima, di questa ragazza è ancora più orribile per i bassi commenti degli odiatori. Siamo davvero così o sono piuttosto i pochi ad essere rimbalzati in ogni dove?
      Un abbraccio e grazie Eos

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  5. io credo che in questa società troppi genitori giustificano i figli ,anche quando sono ingiustificabili
    mia mamma mi ha insegnato che è più difficile dire un NO ( argomentandolo)ad un figlio piuttosto che dire SI
    impariamo a dire NO a tutto ciò che ci affossa come essere umani.
    e a dare il giusto peso alle parole bene e amore....non mi pare ci siano similitudini con la parola POSSESSO

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    1. Quel che riferisci di tua madre mi calza perfettamente... non è che...
      La parola possesso è un'esagerazione perché noi non possediamo nulla per davvero e per sempre. Avere cura di quel che ci preme è il solo modo per non perderlo.
      Grazie. Ciao.

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  6. Dev'essere devastante, devastante essere la vittima più di tutti, ma anche Essere carnefice, essere parente essere genitore.
    Quanti errori si devono essere sommati per arrivare ad una mostruosità del genere? Quanti e da quante parti?
    Non ho parole

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    1. Sarebbe bello se questa orrenda storia ci insegnasse qualcosa... e sarebbe utile una riflessione da parte di tutti. Nel nuovo piano scuola non c'è traccia dell'istruzione all'affettività e il sessismo continua a essere "fonte" di ispirazione per giovani maschi. Come potremmo uscire da questa situazione non saprei immaginarlo.
      Grazie Alberto.

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  7. Uma temática grave e pesada, uma vez que se fala de um crime.
    Nem todos devem estar preparados para aconselhar melhor nessa situação. pelo que a presença de pessoas especializadas seria mais aconselhada para enfrentar a situação.
    Abraço de paz e amizade, Sari.
    Juvenal Nunes

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    1. Sì, l'argomento è tropo serio per stabilire ragioni eppure occorre che ogni individuo pensi e pesi per mettere in atto quei cambiamenti che possono, nel tempo, dare buoni frutti.
      Un abbraccio a te e grazie amico Juvenal.

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  8. La chiamavano la generazione dei figli del dottor Spock.
    O, in modo meno esotico, la generazione dei figli del vietato vietare.

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    1. "Vietato vietare" è stata un'idea di libertà falsa... un ossimoro che ha ubriacato per un attimo i giovani. Ogni divieto sarebbe inutile se ogni individuo venisse educato, responsabilizzato verso se stesso e la collettività ma purtroppo noi, gente comune, siamo ineducabili... abbiamo continuato a ignorare il semaforo rosso, pur conoscendone i rischi, fino a che non hanno installato telecamere atte a punire il reato. Scoraggiante, no?
      Benvenuto, Uomo in Cammino

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