L'Augusto
Racconto a piccole puntate
Il vecchio Augusto s'alzò pesantemente dalla sedia sgangherata e, con malagrazia, gettò nel fuoco del camino le bucce di mandarino che teneva in grembo. La debole fiammella, che vi danzava quieta, reclamò mandando sbuffi scuri tutto attorno e il vecchio, tossendo e sventolando la mano sotto il naso, maledisse il fuoco e il frutto appena mangiato assieme a tutti i suoi simili.
Poi avviò il suo grande corpo verso la nera cucina economica e, girata la manopola del gas, accese il fuoco sotto una pentola ammaccata che aveva riempita d'acqua. Si sarebbe preparata la solita minestra insapore, quella che da decenni mangiava ogni sera e quella avrebbe rappresentato l'intera sua cena perché la fame non gli faceva mai compagnia.
Mentre aspettava che l'acqua bollisse, mise sul tavolo una scodella sbrecciata ed un bicchiere che certamente aveva conosciuto la trasparenza ma che ora aveva un aspetto lattiginoso.
Quelle brutte stoviglie inorridivano il vecchio ma non gli passava neppure per la testa di comprarne di nuove perché era tirchio, oh se lo era! Tirchio e di brutto carattere tanto che la gente lo evitava per risparmiarsi di vedere sul suo volto il fastidio che provava verso l'intero creato.
Quel poco che gli serviva, il vecchio Augusto lo comperava all'apertura dei negozi, quando le massaie cominciavano a soffiare sulle braci della sera prima per scaldare il latte per la colazione e così era certo di non incontrare nessuno.
Era un gran brutto tipo questo Augusto ed il suo aspetto rispecchiava il malanimo che lo possedeva, tanto che i bambini piccoli che avevano la sventura d'incontrarlo, scoppiavano a piangere.
Non si creda che Augusto fosse dispiaciuto di tutto questo, anzi. Si faceva vanto d'essere il più terribile del paese ed il pensiero che la gente lo pensasse cattivo lo metteva di buon umore.
Mentre rimescolava nella pentola scura, gli sovvenne che quel giorno era l'ultimo di ottobre, il 31, e che quella sera i ragazzi del paese si sarebbero presentati alla sua porta e gli avrebbero chiesto dei dolci. Dolcetto o scherzetto? - gli avrebbero chiesto.
Baggianate da sciocchi ed ostinati quali erano, pensava, e ancora non avevano capito che lui di dolci non ne aveva ed anche li avesse avuti non li avrebbe certo dati a loro. Anche quella sera li avrebbe cacciati a male parole ed avrebbe rafforzato il tutto con l'agitare del bastone che sempre aveva con sè.
Ma quella volta le cose sarebbero andate diversamente.
continua
Proprio un brutto soggetto, questo vecchio signor Augusto !! Vedremo come continuerà storia. Ciao Sari.
RispondiEliminaFinirà bene, come tutte le favolette che racconto perché adoro i lieto fine. :)
EliminaCiao Mirtillo
La storia
RispondiEliminaUno Scrooge versione Sara.. ;)
RispondiEliminaSì, è così. Mi piacciono le conversioni.
EliminaCiao Franco