- "Ti auguro un Avvento al Santo Natale colmo di speranze buone e desideri realizzabili”- Sari

23 mag 2024

L'Augusto 2

 



Il vecchio, raccolti i nastri di bucce di mela, gli involucri di banane e gusci d'uova, li mise in un sacchetto e si dispose ad aspettare il battere alla porta. Ma le ore trascorrevano senza che alcuno si facesse vedere e lui sentiva crescere il malumore per quella mancata soddisfazione del gettare gli scarti raccolti su quei monellacci. Che si fossero offesi e avessero deciso di scartarlo dal loro giro serale? Il pensiero, invece di rallegrarlo lo fece arrabbiare ancora di più.
- Codardi buffoni e perdigiorno - disse ad alta voce mentre riponeva il sacco con gli scarti - ve la farò pagare.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta con tocchi lievi e cauti.
- Insoliti - pensò - ma indubbiamente c'erano.
Riprese il sacco degli scarti, il bastone, prese fiato e aprì la porta pronto a ruggire tutto il suo disprezzo ai seccatori malandrini.
Il fiato gli si sgonfiò in petto con il rumore simile a quello di un mantice sfinito e rimase senza parole. Piccola, esile e bionda, il piccolo pugno ancora alzato nel gesto del bussare, una bambina lo guardava con occhi terrorizzati, imploranti e lui si sentì disarmato.
- Chi sei, cosa vuoi - chiese con una voce che gli parve non essere la sua.
- Do... dol... o... dol......... dolcetto o scherzetto - disse improvvisamente lei trovando quelle parole che faticavano ad uscire dalla gola.
Anche un tipo rozzo come lui poteva avere la certezza che la piccola era stata costretta a bussare alla sua porta e allora la prese per mano e la fece entrare.
- Chi - cominciò con voce tonante che subito smorzò al vedere spuntare grosse lacrime - Chi sei e chi ti ha mandato qui?
La bimba non rispondeva e si tormentava le mani
- Dimmi cosa ci fai qui - le ripetè con tutta la gentilezza di cui era capace.
- Mi hanno costretta.
- Chi?
- I bambini cattivi... no... volevo dire... la mamma mi rimprovera se dico così...
Ma la testolina che lentamente si abbassava per la vergogna fu veloce a rialzarsi, presa dall'ira e disse d'un fiato.
- Sì, cattivi perchè picchiano sempre il mio fratellino che non sa difendersi e neppure io riesco ma oggi hanno preso il suo pallone dicendo che se non venivo a bussare alla tua porta loro lo avrebbero tagliato con un coltellaccio arrugginito trovato nella spazzatura e dicono anche che sei cattivo e spaventoso e che se fossi tornata viva avrebbero ridato il pallone a mio fratello.
- Come ti chiami? - chiese il vecchio Augusto pensoso mentre la bambina riprendeva l'espressione spaventata, sia per la situazione che per quel che, sostenuta dall'ingiustizia subita, aveva appena detto.
- Chiara
- E il tuo fratellino?
- Francesco
- E i monellacci che hanno rubato il pallone?
- Non so, sono tanti ma il capo lo chiamano Bul.
La bimba, vedendo l'espressione del vecchio schiarire, quasi a farsi bonaria, cominciò a sperare che lui avrebbe perdonato il suo ardire e trovata una soluzione al problema. Tolse dalla fronte una ciocca di capelli che era sfuggita dalla treccia e si rilassò sulla seggiola.

continua





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