Noi chiamiamo mare quella fantastica distesa d'acqua salata, ricco di misteri e di varie forme di vita, declinandolo al maschile... ma basta spostare di poco il dito sulla cartina geografica per trovare le stesse acque, la stessa sostanza, definite al femminile. E' facile constatare che il mare e la mère hanno una stessa natura, pur appartenendo a generi diversi ma così non è quando si tratta di esseri umani perché il femminile e il maschile hanno caratteristiche che appartengono alla diversità che la vita ha loro assegnato.
Chiedere ad un femminile di essere coniugata al maschile è qualcosa di insolito e dovrebbe muovere domande, obiezioni ma se a chiederlo è una persona di ruolo ecco che anche l'Accademia della Crusca approva.
Appare chiaro anche alle persone più distratte come il femminile non sia sufficiente, non adeguato ad ogni incarico e questo fatto potrebbe essere considerato una stramberia o un peccato veniale se non fosse un chiaro messaggio all'intera società. Una donna sta dicendo che il femminile non vale quanto il maschile e lo reclama per sè. Penso che questo messaggio sia disastroso non solo per le donne ma per l'intera società. La richiedente chiede per sè una dignità che lascia indietro anzi, spinge più indietro, tutte le altre donne.
La forma è quindi divenuta sostanza. Non per tutte e tutti, certamente no, ma qui nasce il problema.
Ne scrive anche Libertà e Giustizia QUI
Vagamente affine al mio ultimo post.. ;)
RispondiEliminaTi ho letto non trovando alcuna relazione fra i nostri post. Il problema della prevaricazione del maschile è trasversale ma qui, almeno credo, tratto d'altro.
EliminaLa novità, rilevata nel tuo post e in alcuni commenti, è la consap0evolezza del problema da parte degli uomini. Da loro, e non dal vaticano, arriverà il cambiamento tanto auspicato.
Ciao0 Franco.
"Vagamente" sottolineavo infatti.. ed ecco una cosa che hai sottolineato del mio, e che da un lato dispiace, molta solidarietà maschile ad un problema femminile, creato e sostenuto comunque da uomini. Maschi e insensibili. E da tanta parte femminile, invece, il non ritenerlo affatto un problema, evitando ogni disagio. Una strategia non vincente. A mio avviso.
EliminaLa solidarietà maschile non è tanta ma c'è ed è questa la novità che potrà divenire abitudine e normalità. Spesso è fatta di sole parole ma dovremo sforzarci di essere, nel feriale e giorno dopo giorno, il cambiamento... facciamolo noi, adesso, noi che dobbiamo cambiare rispetto ad un passato che ci ha visti in posizioni molto diverse.
EliminaLe sudditanze femminili sono dure a morire... l'abbiamo succhiato dalle nostre mamme, nonne e da tutto quel potere politico femminile che si è dovuto arrendere, talvolta forzatamente, al maschile. Ma è tempo di cambiare, partendo da una concezione di servizio femminile che oggi non esiste più... troppe donne vengono offese, asservite e uccise da compagni che usano la forza per piegare una donna di cui reclamano la completa sudditanza. In amore si perde o si vince in due... se non è così è altro.
I muscoli debbono servire a difendere, non offendere. Anche la parola ferisce... cerchiamo di averne cura.
Ciao Franco
La donna crea e l'uomo distrugge, per cui, in questo caso credo che sia più indicato "signor presidente" anche se si tratta di una donna.
RispondiEliminapurtroppo
Il tuo pensare ha sempre tanti sentieri che sanno farsi piste. Grazie.
EliminaBuona giornata Alberto.
Io penso che finché se ne parla è perché la strada da fare è ancora lunga.
RispondiEliminaChe poi se LA presidente del consiglio chieda L'articolo IL è quantomai bizzarro, ma per me quella bizzarra è lei, perciò nulla di strano!
Aspetta... sono forse andata OT?
Buongiorno Sara. Eh sì, se ne parla perchè la questione femminile è ancora irrisolta. Quell'articolo dice molto più di quanto si pensi ma spero di sbagliare... in ogni modo non produce alcun bene alle donne, anzi.
EliminaQui nessuno va OT... ahahah... qui non esiste proprio.
Ciao!
Sari
Eliminala forma è anche sostanza. ma sostanza non significa verità esclusiva.
RispondiEliminalieto giorno
Per quel che ne so, la forma materializza, o dovrebbe farlo, la sostanza. La forma può tradire la sostanza o quest'ultima può faticare a trovare forma... tutto questo è troppo complicato... come pensare possa esistere una verità esclusiva.
EliminaBuon giorno Ant... e tantissimi auguri.
Anonimo è Sari con una piattaforma che non mi riconosce.
Eliminagrazie del pensiero.
Eliminalieto giorno
Ritornando al mare nel mio dialetto ligure è a marina, femminile.
RispondiEliminaMarina intesa come piccolo porto o proprio come mare? Certo che i liguri, più che italiani possono essere definiti cittadini del mondo.
EliminaBuongiorno Alberto
Il tempo e la gradualità riusciranno a diffondere il cambiamento e la forma/sostanza aldilà delle incerte scelte attuali.
RispondiEliminaBuongiorno Lili. La gradualità a cui fai affidamento è troppo lenta e labile... intanto vengono perpetrate forme e sostanze che vedono la regressione di una metà del cielo.
EliminaCiao (grazie per avere acceso il pc! Ahahah)
Sembrerebbe una pura questione di forma, ma molto la signora presidente ha voluto sottolineare scegliendo "il", prima di tutto che il potere è maschile.
RispondiEliminaMolto c'è ancora da fare.
Già, ancora molto c'è da fare per ottenere una pur pallida parità di genere. Quando poi si sentono alcune donne dire che la pacca sul sedere è qualcosa da accettare e di cui addirittura essere soddisfatte, mi "cadono le braccia2, come si suol dire. Quel musicista che oggi è nell'occhio del ciclone, poserebbe mai la sua mano sul sedere di un collega?
EliminaCiao Ester, grazie.