- "Sogno una pace leggera, diffusa, tanto normale da parer banale”- Sari

4 nov 2022

Io e Lei

 

Né di nome né di fatto.

E questo non era un invito ma un imposto  dettato dalla lunga soffernza, dai morti. feriti, invalidi, orfani, vedove e vedovi che dopo un ventennio duro si appellavano alle teste pensanti che ancora resistevano. 

Né di nome né di fatto.

Ma gli italiani si sono fermati al "nome" e del "fatto" si sono scordati. Neppure ottant'anni e già si sente attorno quel silenzio prudente che ben  hanno conosciuto i nostri padri e nonni. E' questo a preoccuparmi... e mi sento sola. La bandiera e io. 




8 commenti:

  1. Certo tanti sono morti in nome di quella bandiera, di ideali altissimi. Chi potrebbe rivendicare quei valori oggi? Credo davvero pochi.

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    1. Per come la penso, tenere cari gli ideali ed averne cura nel proprio intimo e nelle scelte, è una forma di resistenza. Ci permetterà di continuare ad avere stima di noi stessi e ci salverà dalla brutalità di ogni potere o logica perversa.
      Buona giornata Franco, grazie.

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  2. Sono stati mandati al macello. E poi rimandati a casa come poveracci, come sempre.
    Patria e bandiera meritano ben di più

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    1. Patria e bandiera sono diventati suolo occupato da chi intende servirsene per i suoi fini. M'interrogo spesso come questo sia potuto accadere chiedendomi quando e come abbiamo perso il senso della giustizia giusta e del bene comune. Per quanto riguarda la mia piccola esperienza di persona matura e impegnata a lungo nel sociale, credo che il troppo volontariato e la gratuità dell'impegno abbiamo dato troppa potenza a chi governava che ha tradotto il "noi", in suo potere politico.
      Rimbocchiamoci le maniche, gente!
      Grazie Alberto, buona giornata.

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  3. Tutti morti inutili per la patria!

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    1. Cara Olga, quei sacrifici passati non sono inutili, spetta a noi tutti non gettarli nella spazzatura e se ci adegueremo alle "mode" correnti, la nostra sarà connivenza con chi vuole scordarli. Lo ripeto spesso alla mia voglia di tirare a campare.
      Aldo Cazzullo, da anni, tiene viva quella memoria e dovremmo ascoltarlo meglio e di più perchè la sua è una voce che si distingue. Leggendolo, vedo, sento, capisco quanto io sia (e siamo) distanti dalla ricerca dell'indispensabile dignità della vita.
      Grazie Olga, buona giornata.

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  4. Quello che scrivi mi ricorda il film Uomini contro. Non so se l'hai visto.

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  5. Il titolo è celeberrimo e, non sicura di averlo visto, h0 controllato. Penso di averlo visto alla tv, molti anni dopo l'uscita del '70, e lo ricordo solo vagamente. Erano anni, quelli, in cui si cominciava a narrare e ricordare quel che dopo la guerra e tanti orrori, si era tentato di scordare. La mia prof. di psicologia ci procurava libri che raccontavano fatti di mcui si sarebbe letto alla luce del sole solo dopo molti anni.. libri che noi leggevamo incredule. La mia formazione viene da quei libri (L'Agnese va a morire di Renata Viganò in primis) e dai racconti di mio padre.
    Terrò a mente i titoli di film e libro. Grazie.
    Ciao Alberto.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.