Gli spazi sono ampi, come quelli che s'indovinano dietro le porte chiuse. Le pareti alte e bianche sono di vetro satinato, nude come il locale che, asettico, non contiene alcun mobile. Il cuore no, lui è occupato da un sentimento buono e forte che preme e spinge a trovare soluzioni.
Il destinatario di quel calore è il dirimpettaio, raggiungibile per mezzo di una chiave difettosa che spesso stenta a girare, tanto da far pensare ad una chiave inadatta.
Una volta entrati ci si accorge che gli spazi sono simili a quelli di vetro appena lasciati ma questo ha le pareti intonacate e tanto basta a rendere confortevole l'ambiente che è sì spoglio ma ha una lunga panca di legno appoggiata al muro d'angolo. Seduto, con le gambe stese sul legno, un vecchio alto e magro si volta mostrando il piacere per la visita. Il leggero sorriso non toglie la preoccupazione per quella mano poggiata sullo stomaco... ma sono insieme, insieme in case senza arredi che sono pur sempre case. Insieme e uniti, affatto spauriti dal futuro. Insieme.. e non fosse per quella chiave capricciosa...
Poi, la sveglia suona sul nuovo giorno.
Sogno o realtà
RispondiEliminaPensiero ricco di umanità
Un saluto
Giorgio
Grazie Giorgio. :)
RispondiEliminaUn saluto.