"Uomini in scarpe rosse" è il titolo del flashmob che Paolo Zanone, provocato dall'indignazione di Milena Gabanelli* per le assenze maschili davanti all'escalation della violenza contro le donne, ha messo in atto.
E così il 27 febbraio, a Biella, un gruppo di uomini ha manifestato pubblicamente indossando scarpe rosse, mascherine dello stesso colore e alzando cartelli che dicevano cose da uomo all'uomo che della violenza fa la sua forza.
https://laprovinciadibiella.it/attualita/oggi-la-marcia-degli-uomini-in-scarpe-rosse-video/
Questa iniziativa maschile credo sia un messaggio importante per gli uomini ma potrà rafforzare anche le donne e la loro consapevolezza di sè. Mi auguro che il prossimo anno vedremo altre iniziative e altri "uomini in scarpe rosse" a dire che è giunto il momento di mettere fine alla violenza sulle donne.
* "Ne ammazzano una al giorno ma io vedo solo donne manifestare, protestare, gridare aiuto. Non ho visto una sola iniziativa organizzata dagli uomini, contro gli uomini che uccidono le loro mogli o fidanzate. Dove siete? Non è cosa da maschi proteggere le donne?" (M. Gabanelli)
Bellissima idea! Mi piace!
RispondiEliminaAnche perchè ci sono Uomini e omuncoli, che del sesso maschile han solo la forza.
Potremmo anche difenderci da noi se solo a volte non fossimo accecate dall'amore. Se solo a volte avessimo noi per prime un po' più di rispetto verso noi stesse.
Se solo non fossimo lasciate sole da istituzioni e amiche.
Più che rispetto vorrei si potesse ottenere la consapevolezza di sè che nessuno ci insegna e permette.
EliminaGrazie, ciao Pat.
Bella iniziativa, uomini in scarpette rosse
RispondiEliminaUn caro saluto
Giorgio
Grazie Giorgio, un caro saluto a te.
EliminaCiao.
Bella iniziativa, spero che possa servire perchè sembra che non ci sia niente che possa servire, contro i femminicidi. Se l'iniziativa parte da un uomo, forse può servire da esempio ad altri uomini, almeno si spera. Buona giornata.
RispondiEliminaSpero serva agli uomini silenziosi... quelli violenti non accetteranno facilmente di cambiare modi di fare ma quelli che decideranno di indossare scarpe rosse, fosse solo idealmente, faranno la differenza.
EliminaCiao Mirtillo.
Ho visto l'immagine del flash mob e sono stata contenta che gli omini stanno cominciando a capire che questa violenza non è solo una "storia di donne" ma li riguarda in prima persona e come "umanità maschile".
RispondiEliminaTi abbraccio cara!
Dici bene Fausta... la violenza contro le donne è una storia, un problema soprattutto maschile.
EliminaUn abbraccio anche a te, amica mia.
Buona serata cara amica, che dire? Evviva i veri uomini veri...
RispondiEliminaSì, sono stati silenziosi fino a ieri ma ci sono. Eccome.
EliminaCiao Lili.
no, direi che non è cosa da maschi, solo da maschi, proteggere le donne. più che scarpe occorre cultura. in questo le donne hanno buona parte di responsabilità. sto dicendo e ridicendo cose ovvie. cominciamo da qui. buon giorno
RispondiEliminaQualsiasi essere umano è chiamato a difendere una vittima ma tocca solo agli uomini violenti proteggere le donne da se stessi, dal bisogno di sopraffazione, dalla negazione dei diritti e dalla prepotenza psicologica e fisica.
EliminaLe donne non hanno gran parte della responsabilità, come scrivi, per quanto riguarda le loro ferite... non hanno forse raggiunto la consapevolezza di sè e molte non riconoscono ancora i segnali che faranno di un innamorato un aguzzino ma questo non fornisce loro il diritto di picchiarle e usarle.
Da sempre, dedico la giornata dell'otto marzo agli uomini non violenti, a coloro che usano parole che tendono a farsi capire, a costruire, e non ubbidire.
Concordo sul fatto che occorra più cultura e i media dovrebbero fare più attenzione ai messaggi che inviano.
Buon pomeriggio.
la cultura passa anche e soprattutto dalle donne: nella famiglia come nella scuola.
Eliminabuon giorno
Ti leggo e trasecolo! Credo tu confonda la cultura con la tradizione. La cultura è prettamente maschile, scritta da uomini, imposta, regolamentata e divulgata con concetti e termini maschili. Ancora oggi è così anche se qualcosa è cambiato e sta necessariamente cambiando. Se alludi al fatto che l'insegnamento scolastico vede in gran parte le donne occupare le cattedre inferiori, è per via di un compenso scarso... ma sono stati solo gli uomini ad accedere a quelle universitarie.
EliminaA Bologna una donna eccezionale, 300 anni fa e forse prima donna al mondo, ebbe modo di istruirsi e accedere all'insegnamento universitario ma, mancata lei, quella cattedra fu abolita. Era Laura Bassi ed aveva alle spalle una famiglia importante e di vedute aperte.
Come dicevo, qualcosa sta cambiando ma la violenza sulle donne rimane invariata.
Se credi, leggi qui, si parla di cultura di genere:
http://www.cdrc.it/francesca/culturamaschile.html
Ciao.
no, sto proprio parlando di cultura. non di quella accademica: cultura relazionale, sociale, morale, affettiva e intellettuale. cultura direi, in senso lato, spirituale.
Eliminaciao
Per come la penso, no, la cultura è una da cui, a cascata, dipendono o seguono le altre che citi. La donna perpetra culture maschili senza condividerle o, spesso, inconsapevolmente. E' stato adeguamento come forma di esistenza, non pensata/desiderata, non scelta. Se i figli erano cresciuti dalla madre, era il padre a dettare i comportamenti leciti o meno dei figli, privilegiando quelli del suo stesso genere... e parlo a ragion veduta perchè ne ho fatto anch'io esperienza.
EliminaFino a pochi decenni fa, nelle famiglie era la figlia femmina a servire il caffè a fine pasto mentre, attorno al tavolo, il fratello finiva il suo spicchio di mela le cui bucce erano nel piatto della madre. Credimi, tutti pensavano normali i comportamenti adottati e chi non si adeguava era mal considerata.
Da quando la legge non impone alla moglie di seguire il marito ovunque egli desideri dimorare, qualcosa è cambiato... non per riconoscimento o presa di coscienza ma per necessità economiche. Quando vedo una donna ministro sfilare con un abito a schiena nuda accando a uomini ben vestiti, mi prende lo scoramento. Mi chiedo che bisogno abbiano le donne semisvestite, ora che guadagnano (pur sottopagate) il loro pane e spesso anche quello dei figli, di esibirsi a tal modo?
Invoco, come dono universale, la consapevolezza.
Ciao!
"era il padre". ma non è più così. occorre che le donne prendano atto che hanno ormai precise responsabilità. anche se il processo è ancora in atto. quindi concordo assolutamente con la conclusione. ciao
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