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26 nov 2018

Abbi cura di te


"Sii forte allora ed entra nel tuo stesso corpo;
dovrai avere un appoggio solido per i tuoi piedi.
Pensaci attentamente! Non allontanarti!
Kabir dice questo: 
liberati di tutti i tuoi pensieri, di cose immaginarie,
e rimani fermo in quello che sei. 

Kabir 

.................................

Abbi cura di te, di quel che sei per davvero, pare dirci  Kabir il poeta e mistico indiano vissuto nel  XV secolo... e non ti perderai.   
Che bel pensiero, che grande insegnamento... ogni volta che ci allontaniamo da noi stessi rendiamo la vita  mesta o dolorosa e rischiamo di perderci in altre inutili vie. 




12 commenti:

  1. Ha ragione Kabir, poeta e mistico indiano , dobbiamo tenere presente sempre le sua parole. Saluti.

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    1. La vita urla di qua, spinge di là e le parole sagge e gentili di Kabir finiscono per soccombere. Ogni tanto però fa bene rileggerle.
      Ciao!

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  2. Parole davvero sagge che dovremmo sempre tenere a mente. Buon pomeriggio.
    sinforosa

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    1. Alcuni mistici orientali dovrebbero essere considerati bibbia, vero?
      Ciao.

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  3. Anche perchè quel punto mlattie psicosomatiche, stress, esaurimenti spuntano come funghi.
    Non è semplice però riuscire a farlo. Allontanare almeno pper qualche ora al giorno i rompiscatole, le sanguisughe

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    1. Ogni sei mesi dovremmo poter fare una specie di ritiro spirituale in un monastero, aria buona, cibi semplici e niente cellulari, giornali, tv e altro... nel silenzio potremmo ritrovare noi stessi.
      Ciao.

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  4. non posso che concordare. ma dipende molto dallo spirito. perché questa formula rischia fortemente di diventare un rigido comandamento, se non accompagnato da una grande (perfino inutile questo aggettivo) consapevolezza: allontanarsi è altrettanto importante quanto rimanere fermi, per poterla costruire. perché è un cammino sulla strada dell'eternità. e sono le motivazioni a determinare, di volta in volta, le scelte e il senso. ciao

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    1. Conta sì lo spirito. La consapevolezza di sè potrebbe essere qualcosa di molto semplice e naturale. Uso un esempio campestre: se sono una pianta di mele non posso che produrre al meglio i miei frutti... guardo il vicino albero di pere e non cerco di imitarlo o di ingaggiare una lotta d'immagine ma ascolto i suoi profumi diversi dai miei senza fare paragoni. Se invece mi sforzassi di fare pere, pensando di poterle fare persino meglio, perderei ragione forza e abilità rischiando di far saltar anche la mia produzione di mele. Mi perderei.
      Siamo però esseri umani, abituati alla competizione e vorremmo... già che vorremmo? Saperlo...
      Ciao.

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    2. la competizione intesa come semplice confronto e riconoscimento. questo soltanto. e sarebbe sufficiente, appagante. in fondo lo sai e l'hai scritto

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    3. E' così, la competizione deve essere un sano confronto e ad armi pari, con entrambi i contendenti consapevoli della leale gara in corso.

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  5. Credo anch'io che dipenda molto dallo spirito e che si deve avere una grande forza di volontà e positività per non lasciarsi allontanare e quindi abbattere dai tanti ostacoli della vita. Resta il fatto che le parole di Kabir sono assolutamente giuste.

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    1. I saggi servono a questo... a ricordarci chi siamo e di cosa abbiamo bisogno per davvero perchè non siamo fatti di solo corpo.
      Un tempo si lottava per la sopravvivenza ma una volta che il cibo non è mancato abbiamo trovato altre giustificazioni per lottare e abbiamo inventato la parola "competizione". Ahi!!!
      Ciao.

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