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11 set 2018

Chi aiuta chi

L'antropologo Jason Hickel (immagine prelevata da https://www.gold.ac.uk/anthropology/staff/hickel-jason/)
ha scritto un libro necessario sul divario fra ricchi e poveri del pianeta. Leggendo uno stralcio del suo  The divide, appare chiaro il sistema con cui  i paesi poveri, nonostante gli aiuti,  continuino ad arricchire i già ricchi.  E l'ormai famoso "aiutiamoli a casa loro" diventa chiaro.
I coraggiosi leggano l'intervista  a Jason Hickel (QUI) che  mette su carta quel che in parte si sapeva ma che i numeri rivelano senza scampo.

Leggendo il pensiero di Jason Hickel, viene naturale fare il parallelo  ricchi e poveri nostrano. I conti tornano e i poveri, da sempre, sono una grande risorsa.




14 commenti:

  1. I poveri restano tali e sono una grande risorsa per i ricchi che si arricchiscono ancora di più. E' sempre la solita storia,chi è ricco se ne approfitta.Ciao Sari.

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    1. Una parte di responsabilità, in molti casi, va al non ricco che s'abbandona allo sconforto o, spesso, dalla pigrizia.
      Ciao Mirtillo.

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  2. Hikel ha il merito di entrare più nel dettaglio, ma è risaputo che i Paesi ricchi sfruttano come sanguisughe le risorse dei Paese più poveri e che quindi gli aiuti stanziati sono solo elemosina per illudere il mondo che loro sono i buoni e che stanno anche aiutando i più deboli… No comment.

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    1. E' così, si sapeva, ma Hickel ha detto chiaro e tondo del meccanismo diabolico messo in atto dai paesi ricchi per mantenere in sudditanza quelli poveri mentre sono questi ultimi a mantenere e accrescere il potere dei loro aguzzini. I dati che Hickel, poi, ci mostra mi sono parsi molto interessanti.
      Ciao Daniele.

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  3. considerazioni che ho fatto da decenni. il problema è che tutto ciò conviene anche ai "poveri". perché c'è sempre un altro più povero.
    buon giorno

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    1. Ogni sfruttato ha una sua forma di povertà e non ha strumenti per attuare alcun piano per liberarsi dallo sfruttatore.
      Anche i poveri hanno una loro convenienza? Liberati dall'aguzzino non avrebbero alcun bisogno di elemosine e le gocce di sostentamento che il ricco elargisce credo non siano altro che il minimo indispensabile affinchè il povero non soccomba.
      Ciao Ant.

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    2. gli strumenti ci sono: manca la volontà. buon giorno

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    3. I poveri non hanno strumenti... mancando di istruzione, consapevolezza e informazione non possono autodeterminarsi.
      Buon giorno a te.

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    4. le informazioni sono disponibili e l'istruzione è possibile. ribadisco: manca la volontà

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    5. Non la penso allo stesso modo o forse abbiamo un'idea differente sull'istruzione.

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    6. testimonio di quel che dico. sì, probabilmente ti riferisci all'istruzione tradizionale. ma non è tutto e non esaurisce assolutamente la possibilità di sviluppare le proprie facoltà. certamente fornisce "alcuni" degli strumenti di base

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    7. Cultura è tutto quel che serve per sopravvivere e/o capire quel che succede nel territorio in cui si vive... non parlo certo di nozionismo. Le facoltà non si sviluppano da sole... occorre l'istruzione che permette lo sviluppo di facoltà che altrimenti non si attiverebbero.
      In Africa i poveri rimarranno poveri, come succede nel nostro paese. Chiese e potenti hanno sempre avuto avuto cura di non istruire il popolo... a dimostrazione di quel che penso.
      Ciao.

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    8. chiese e "potenti" nulla possono contro la volontà. buon giorno

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    9. La volontà espressa singolarmente non ha alcun valore. E per quanto riguarda quella collettiva beh... solo in casi estremi ci può essere coesione.
      Ciao.

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