- "Sogno una pace leggera, diffusa, tanto normale da parer banale”- Sari

27 ago 2023

Somari



Erano nati in  un mondo armonioso dove tutti erano uguali... somaro fra somari.  Stesso cibo, stesso modo di comunicare, stesse esigenze e stesso aspetto anche se c'erano parecchie sfumature a caratterizzare ogni essere. 

L'unico suono, ad esempio, era il suono "ìo" anche se , come dicevo, ognuno aveva un suo timbro di voce e un proprio modo di emetterne il suono. 

Non esistevano differenze di genere e non esistevano categorie perchè giovani, vecchi, maschi, femmine  avevano  un loro ruolo e lo assecondavano come natura aveva previsto. 

Ogni tanto, per svariati motivi,  qualcuno se ne andava ma non esisteva la parola morte perchè la vita era l'unica preziosità e la si rispettava anche quando finiva. Chi partiva veniva ricordato con un poco di d0lore ma soprattutto per l'allegria che aveva sparso in vita e lo si ringraziava per i doni che avevano arricchito la comunità.

Ogni individuo sapeva e poteva capire i bisogni dell'altro e rispettarne la felicità senza soppesare alcunchè.  La vita scorreva quindi felice in quel mondo di somari perchè  quando un individuo sa chi è e  di cosa ha bisogno per sentirsi felice... felice lo è di conseguenza.  

Un giorno  arrivò un terribile vento  e tutti seppero che avrebbe portato qualcosa di non buono e quando la polvere di quel vento cattivo cessò, a terra videro qualcosa che prima non c'era. Era un piccolo oggetto inoffensivo, un segno che non somigliava a nulla di conosciuto.  Gli diedero nome D  e, non sapendo che farne, lo misero in un angolo ringraziando il cielo per lo scampato pericolo. 

L'asino che raccolse l'oggetto misterioso per portarselo a casa, non lo ritenne pericoloso e  lo mise in bocca per saggiarne la consistenza e il sapore. Non lo giudicò nè saporito nè utile e lo sputò... ma da quel momento il suo modo di comunicare cambiò e il suono che emise non fu più "ìo" ma divenne "dìo". 

Quella lettera  D era un inizio e lo si comprese solo quando, nella comunità di somari, arrivarono grandi cambiamenti. 

Il suono incuriosì parecchio la comunità di somari ma poi, ritenutolo una forma di distinzione, venne imparato da tutti.  Quel suono pareva dare vita a qualcosa di benefico... come avesse la capacità di migliorare il sentimento personale, un bisogno sconosciuto fino ad allora. Produceva una potenza  inspiegabile e tutta la comunità di somari divenne quella dei  "dìo". 

Se tu che leggi provi a pronunciare la lettera "D"  senza aggiungere vocali eufoniche, potrai immaginare come quel suono inedito potesse essere scambiato per una forma di potenza. La prima.  L'incredibile. 

Nacquero così  la distinzione e, successivamente, la competizione.  

Un altro vento cattivo, più dell'altro che aveva portato la "D",  spirò in un giorno di festa, quando tutti erano occupati a riposare e a mangiare più del solito. Era un altro oggetto e fu trattato con prudenza... l'esperienza insegna in fondo... ma la forma era nota come lettera  "O", si respirò di sollievo e, non sapendo che farsene, la si accantonò ma qualcuno, in segreto,  pensò di usarla mettendola a capo del verso con cui tutti  comunicavano e la sperimentò per  aumentare il suo personale  senso di potenza. 

Nacque così la parola "Odio" e la comunità di somari non fu mai più la stessa. 


Sari





11 commenti:

  1. Una singola lettera può davvero fare la differenza, specie in bocca a dei somari così somari da non rendersi nemmeno conto di essere somari...
    Molto bello il tuo racconto. Brava

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    1. Tante piccole cose, apparentemente insignificanti, possono determinare la qualità della vita se non quella stessa. Sono preoccupata dalla poca attenzione che prestiamo a quelle che paiono boutade e sono semi di odio... parola che mi spaventa già di per sè.
      Grazie Alberto.

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  2. Un raccontino malinconico e profetico che lascia l'amaro..

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    1. Infatti amareggiata lo sono a anche preoccupata. Inutilmente, aggiungo.
      Ciao Franco.

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  3. L'odio si insinua piano , piano , prende possesso del territorio e riesce destabilizzare persino una comunità di asini !! Il tuo racconto è veritiero, è quello che sta succedendo a noi, senza che ce ne rendiamo conto. Ciao

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  4. non l'avevo ancora letto.
    molto brava :)
    lieto giorno

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