Incontri fortuiti
E' lì, appena passato l'angolo, che l'aspetta il caffè migliore della città a cui lei non può rinunciare... lì, subito dopo la libreria dove lei entra spesso a sognare luoghi lontani e modi di stare al mondo. Rallenta il passo ed è sbirciando nell'accattivante vetrina che nota, fra i titoli esposti, il gruppetto di persone all'interno che assiste ad una presentazione editoriale.
- Dieci minuti - pensa lei incuriosita - il mio caffè aspetterà solo dieci minuti. Entra e siede silenziosamente all'ultimo posto scordando quasi subito il bar e le sue lusinghe. Il capo eretto, le mani abbandonate in grembo e le caviglie appena sovrapposte le danno un'aria da fanciulla ma lei non lo sa. E' intenta a fissare l'autore mentre legge qualche pagina della sua opera prima ed è così presa da non farsi distrarre neppure dal chiacchiericcio alle sue spalle. Il libro le piace, è già suo e tornerà domani per acquistarlo perchè ora ha in tasca solo pochi spiccioli.
Lo scrittore termina la sua lettura, alza lo sguardo, ringrazia i presenti che s'avvicinano per due parole e la firma del libro e lentamente lo spazio culturale svuota nell'educato vocìo che sempre accompagna i lettori in queste occasioni.
Dal marciapiede arrivano gli echi degli ultimi saluti, la padrona del locale è sulla soglia a dispensare consigli e cortesie mentre lei, invece, rimane seduta ancora un po' con lo sguardo, che pur ogni tanto cerca di sviare, al medico chirurgo che s'è da poco scoperto scrittore.
Lui s'accorge dell'interesse e quando vede la signora ormai prossima all'uscita, d'impulso si avvicina.
- Ci conosciamo? - chiede con voce cortese.
- No - risponde lei. Sorride e fa per andare ma lui la ferma.
- Ho notato il suo sguardo insolitamente attento e mi ero convinto della reciproca conoscenza. Sa, per mestiere incontro tante persone...
- Non ci conosciamo ma oggi, richiamata dalla vetrina della libreria, sono entrata senza averne l'intenzione... come avessi percepito che lei aveva un messaggio per me.
- Ha scoperto cosa?
- Non saprei - dice lei con il sorriso e il gesto di chi vorrebbe ma non sa spiegare.
- Potremmo scoprirlo a quel tavolino laggiù, se non ha impegni - dice lui indicando quelli all'aperto del bar. La risposta della signora l'ha intrigato e vorrebbe saperne di più.
- Mi piacerebbe ma ora non posso. Le lascio il mio indirizzo di posta elettronica così quando avrà tempo, e se mi ricorderà, potremo scriverci e fissare un appuntamento.
Si scambiano gli indirizzi, lei gli sorride e saluta mentre lui la guarda allontanarsi con un poco di inatteso rammarico.
Quella sera stessa apre la casella di posta e scrive.
"Gentile signora, mi accorgo di non essermi presentato e anche se lei sa chi sono lo faccio ugualmente: Alberto Baldi, ex medico chirurgo presso l'ospedale pediatrico cittadino. Giovane fino all'altro ieri, mi sono avvicinato alla scrittura per urgenza, per inoltrarmi dentro me e scoprire chi sono, oltre i dati anagrafici. E lei? Mi ha incuriosito il suo sguardo penetrante e vorrei incontrarla per scambiare due parole, forse già in amicizia."
"Io? Mi chiamo Alberta Simoni, ho insegnato in una scuola materna ed ora sono in pensione. Sono in buona salute, non ho bisogno del suo intervento professionale, se è questo che ha pensato di me e del mio sguardo. Anch'io sono stupita di quel che ho provato appena mi sono seduta nel locale. M'è parso di avere bisogno delle parole che stavo ascoltando e non si è trattato di fascinazione ma di qualcosa di meglio, è stato come guardare ... ecco... ho provato il desiderio di rubarle attraverso lo sguardo qualcosa che m'era necessario. Buffo no? Le persone non capitano mai a caso nella nostra vita e se questa mattina, nonostante il forte desiderio di un caffè, ho provato l'impulso di fermarmi ad ascoltarla, un motivo ci sarà sicuramente. Lei mi ha trattenuta... la ritengo dunque responsabile di quel mio sguardo".
"Gentile Alberta, mi permette di chiamarla così? Non so dirle quanto mi senta felice per quel che mi ha spiegato tanto bene e non le paia esagerato perchè è così che mi sento. La mia professione non mi ha permesso di pensare ad altro che ai miei piccoli pazienti e ora che in età di riposo ho cercato un'altro vivere, ho scoperto qualcosa di me di cui non sapevo... un'acutezza di sentimenti che quasi mi mette in imbarazzo ma che sento necessario esplorare. Se prima tutti ricorrevano a me, ora m'accorgo d'avere anch'io lo stesso bisogno... e che posso soddisfarlo. La scrittura nasce così".
"Caro Alberto, avere uno stesso nome è già come somigliarsi almeno un poco. La mia vita è stata densa, non completamente scelta, ma sono rimasta felicemente fedele al compito cui la vita mi aveva instradata ed ora che sono libera da impegni cerco di riannodare fili, o forse solo i pensieri di ragazza che fatico a ritrovare. Pensando agli anni passati, quasi non mi riconosco in questo felice viaggio a ritroso, verso una giovinezza ancora da percorrere. Oggi non sono solo una ex insegnante ma una piccola regina. O forse più semplicemente una specie di Renée, la comunissima e contemporaneamente straordinaria portinaia di Barbery. Ha forse letto "L'eleganza del riccio"? Non credo di poterle descrivere quanto m'intrighi questa mia nuova spensieratezza... o forse la conosce di già?".
"Cara Alberta, che piacere leggerla e scoprire quanto siano vicini i nostri pensieri. M'interessa quella sua limpida realtà, la spontaneità con cui si presenta a nuovo al mondo e il modo in cui lo fa.
Caffè? Domattina, ore nove, al bar vicino alla libreria? Io ci sarò".
E c'è anche lei a quel bar mentre il caffè pian piano fredda.
S.
Mi fai ricordare un libro di David Grossman “Che tu sia per me il coltello”, un libro molto intenso sull’importanza dell’immaginazione nei rapporti umani, incentrato su una relazione epistolare tra un uomo e una donna che, pur non conoscendosi, si osservano fugacemente tra la folla. L’uomo resta colpito dallo sguardo di quella donna e, tornato a casa, decide di scriverle una lettera proponendole un rapporto aperto e profondo, libero da qualsiasi vincolo. Si crea, così, tra di loro un mondo intimo e privato che li porta a scoprire la sensualità che si nasconde nelle parole. Ciao S. :)
RispondiEliminaHo letto parecchio di Grossman in passato. Leggo dalla biblioteca ma alcuni libri li ho comperati per tenerli a portata di mano. Uno di questi è "Che tu sia per me il coltello" che è un tracciato per arrivare felicemente e sorprendentemente ad un rapporto che appaga compiutamente.
EliminaLeggendo il tuo paragone, mi ricordo quanto mi fu caro il libro di Helene Hanff "84, Charring Cross Road" che narra di un'intesa che si fa via via intensa e intima pur (o forse...) senza alcuna conoscenza fisica che mai, ahimè il destino, avvenne. Anche qui si tratta di lettere e mi sono chiesta se tutta la frettolosità, dannosa, dei nostri odierni rapporti non sia prodotta dalla superficialità che ci permette di credere di avere raggiunto l'altro.
Non informerò Grossman del tuo commento, qui.
Ciao Pino, grazie.
Un bel racconto !! Anch'io sono una maestra in pensione (con qualche acciacco) e sto cercando la mia nuova dimensione, mi sono dedicata a diverse attività ma nessuna mi ha ancora soddisfatta . Forse ci sarà un incontro magico anche per me ? Ne dubito !! Ma intanto sono contenta di vivere una vita più rilassata. Ciao, brava per il racconto.
RispondiEliminaSei un tesoro di ragazza, Mirtillo, la magìa sei tu e non ne devi dubitare. Smetti di cercare e quel che ti farà contenta arriverà. Intanto goditi la vita come sai fare e ci mostri sempre.
EliminaTi abbraccio. Grazie.
Un carissimo saluto
RispondiEliminaBuona giornata Giorgio.
EliminaCiao.
Un bel racconto che sottolinea che è sempre il momento giusto di rimettersi in gioco, di provare nuove esperienze. L’età matura non deve rappresentare un limite, ma una possibilità di riscoprire una nuova gioventù, approfittando del fatto di godere di maggiore libertà con la pensione. Bel messaggio, Sari. Mi è molto piaciuto il tuo racconto.
RispondiEliminaMi piace pensare che l'amore non sia determinante in un rapporto e che forse l'empatia, l'affinità e la capacità di "sentire" un'altra persona siano molto più soddisfacenti e di lunga durata.
EliminaGrazie Caterina.
Bello leggerti,Sari.Scriviamo spesso per necessità di raccontare delle cose a noi stesse e facendolo scopriamo altri,nuovi mondi.mondi che ci tocca affrontare ad ogni svolta della nostra vita.Ho atteso l'età della pensione,sicura di essermi prparata,poi la vita rimescola le carte e tutto cambia in un attimo.Non era più il tempo del pensionamento,della libertà di fare che dovevo organizzare ma una vita nuova,dimezzata negli affetti e moltiplicata nelle difficoltà.Ma noi umani ,e le donne di più,sappiamo ricominciare ogni giorno.Scusami,mi dilungo sempre troppo.
RispondiEliminaSì, scriviamo per necessità, per svago e per affermarci, sia pure in un piccolo spazio che domani sarà cancellato ma che oggi però c'è. Capisco appieno quel che scrivi. La vita dispone a modo suo le nostre esistenze e l'unico modo per essere felici è sapere mettere a frutto quel che ancora c'è. Non è facile e a questo si giunge da vie dolorose e faticose ma necessarie. Sei una persona ricca e simpatica, scrivi quanto vuoi ed io ti leggerò sempre con piacere. E' bello incontrarti, cara Chicchina. Ti abbraccio con affetto.
EliminaGrazie sari per la tua sensibilità e le tue parole.Anche questi,in rete,sono degli incontri molto belli,non sempre previstima che arricchiscono.Un sereno pomeriggio.
EliminaUn grande abbraccio Chicchina, è bello esserci trovate. Davvero.
EliminaCiao.
Bel racconto sulla nascita a una seconda vita che comincia da un incontro. La vita è fatta di incontri.
RispondiEliminaE' come scrivi... la vita è un insieme di incontri ... fosse solo quello che offre una piccolissima margherita che, fiorendo in un mare di cemento, ci porge il suo messaggio-dono.
EliminaCiao Alberto.
Che delizioso racconto, bravissima Sari. Riscoprire la propria vita e donarle un nuovo alito. Grazie e ti abbraccio.
RispondiEliminaGrazie a te Pia.
EliminaFelice giorno.
Grazie per le tue parole, mi hai quasi commossa !!!
RispondiEliminaVedi? Avevo ed ho ragione.
EliminaHo letto con piacere questo tuo racconto. Bella l'idea di un incontro che può cambiare la vita
RispondiEliminaGrazie Ester. Gli incontri sono spesso una opportunità che non sempre ci interessa o riconosciamo. Felice settimana.
EliminaSono Sari ma blogger non mi riconosce più. Chissà perché.
Eliminadelicata scrittrice e piacevole lettura.
RispondiEliminacome stai?
buon giorno e grazie
Grazie Ant.
EliminaIn disordine.
Buona giornata.
buon giorno con abbraccio
EliminaBuongiorno a te Ant., ricambio :)
Elimina