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5 feb 2022

Pensieri

 

Che dicono, che fanno,  questi giovani e ragazzini d'oggi, sempre sui titoli di giornale  a causa di proteste, fatti e fattacci... quasi a riprendersi una visibilità troppo a lungo negata?  Dovrebbero  preoccuparci?  Sì,  e la cosa è urgente. Dovremmo,  non per condannarli ma per farci un esame di coscienza. 

Questi giovani sono i nostri figli e noi, governo e società compresi, li abbiamo cresciuti così...  lasciati senza adeguati mezzi di apprendimento, soli davanti a una tv o uno smartphone, elogiati se vincitori ma soli davanti ai mille risvolti di una società complessa che pare non avere cuore nè cura. Soli... e lo sanno.  Vedono che il mondo sta cambiando, è cambiato e cambierà senza tenere conto delle loro vite e speranze. E noi che abbiamo fatto per  quelle vite di cui  dovremmo sentirci responsabili?  Noi adulti non abbiamo fiatato quando sistematicamente hanno fatto tagli alla scuola che un tempo era il nostro fiore all'occhiello e oggi ci vede, per qualità e abbandono,  agli ultimi posti. Non ci siamo seduti accanto a loro... non abbiamo spiegato,  spiato e monitorato  il loro crescere, preoccupati, purtroppo spesso giustamente, d'altro. 

Questi nostri giovani non hanno avuto l'occhio vigile dei nonni, anche loro occupati dal lavoro... nessuno ad aiutarli a  riflettere su ciò che produce bene e ciò che porta conseguentemente al male. Nessuno a insegnare il lecito e il suo contrario. Li abbiamo difesi, questo sì, incolpando insegnanti o allenatori sportivi dei cattivi comportamenti quando questi segnali avrebbero dovuto, invece,  allarmarci e indirizzarci. 

Cos'è bene e cosa è male l'hanno imparato dalla tv e dai mezzi di comunicazione,  spesso violenti, volgari, diseducativi e senza riguardo per i loro giovani cuori.  Dalla pubblicità hanno saputo che ci si può inoltrare ovunque si voglia andare, sempre. 

Poveri ragazzi... e poveri genitori che, tornando a casa la sera  non hanno riposo ma problemi da risolvere senza saperlo fare.  

Questi giovani sono troppo soli, non hanno validi  referenti,  non vedono futuro e se protestano o solidarizzano  per una vita persa, a scuola,  rischiano di finire al pronto soccorso.  Che ne sappiamo noi adulti della solidarietà concreta? 

Da tempo si sa che l'alternanza scuola-lavoro non va se non in pochi casi. Se non c'è vera  formazione quello è lavoro minorile  non pagato, sfruttamento, manodopera gratuita,  tempo perso... quando non si perde addirittura la vita.   

Vogliamo dire a questi giovani che  (pur non capendoli perchè abbiamo vissuto una stagione dove era possibile disegnare il futuro e uno stipendio a garanzia delle nostre speranze) che  siamo dalla loro parte?  Vogliamo cercare di metterci accanto e non contro?  Non limitiamoci a leggere  strilli di giornali che già condannano... cerchiamo di sapere per davvero, di capire e solidarizzare, una volta tanto. 

A quanto ho capito da quel che ho letto da più parti, i ragazzi che hanno chiesto di rivedere l'esame di maturità, non cercavano sconti o scorciatoie ma di rivedere e riconsiderare il loro percorso scolastico in questi due anni di sbandamento e di decisioni prese sulle loro teste.  Noi che  li vorremmo maturi, questi ragazzi...  chiediamoci cosa sia la maturità, riflettendo anche sulla nostra di adulti. 


Sari







16 commenti:

  1. Sono d'accordo con te, pur non avendo figli, ma ho l'esperienza degli anni di scuola e ho visto spesso ragazzini abbanndonati davanti al pc , alla tele, ai film inadatti... con genitori assenti o incapaci di essere presenti nel modo adeguato. Sono d'accordo con la tua analisi e le tue conclusioni. Saluti.

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    1. La tua esperienza proviene da tanti anni di insegnamento e la tua opinione ha basi più solide delle mie.
      Grazie Mirtillo, buona serata.

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  2. Non condivido le motivazioni della loro protesta, li ritengo futili, a dire il vero. Ho frequentato il liceo classico e ho avuto professori che non ci lasciavano neanche fiatare, stavo china sui libri dalla mattina fino a mezzanotte, e alle 5 del mattino di nuovo sui libri perchè i compiti non finivano mai. Come me , tantissimi studenti. Però non critico i giovani d'oggi, la responsabilità è solo degli adulti, di genitori assenti, di uno stato che ha tolto ogni valore alla scuola e che non si preoccupa più della formazione dei ragazzi. I falliti sono gli adulti. Buona serata, Sari.

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    1. Sei tanto giovane Caterina, eppure credo di poter dire che quelli che ti hanno vista studentessa erano anni diversi da quelli attuali. La deriva del mondo scolastico, cominciata forse vent'anni fa, ha subìto una grande acelerazione, favorita anche dalla pandemia che ne ha messo maggiormente in risalto i problemi.
      Gli studenti hanno vissuto due anni tremendi, l'istruzione appesa alla buona volontà, ed alla capacità, degli insegnanti che non sempre hanno saputo rispondere alla bisogna perchè non erano preparati a farlo. Ora il ministro pensa che la scuola debba tornare ad una normalità che non c'è, non è uguale per tutti e chiedono di non abolire la tesina multidisciplinare che illustra il loro percorso personale. A me pare una richiesta logica, ma rispetto la tua opinione.
      Buona serata Caterina, grazie.

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  3. D'accordissimo. Non ascoltiamo e non guardiamo più nulla ormai e a farne le spese sono i più fragili. E i ragazzi sono tra questi. Non sappiamo dar loro un futuro e li riempiamo solo di inutili frivolezze. Prima o poi ci prenderanno a calci nel sedere e ce li saremo meritati se non facciamo qualcosa

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    1. Che si può fare Alberto? Non vedo inversioni di tendenza e non credo nella buona volontà di chi dovrebbe averla come dote. I miei figli sono tutti adulti ma anche questi giovani mi vedono coinvolta... quasi fossero miei.
      Buona serata, grazie Alberto.

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  4. chiediamoci cosa sia la maturità, riflettendo anche sulla nostra di adulti. ecco, la nostra maturità di adulti, che forse a suo tempo quell'esame l'abbiamo passato, ma che strada facendo l'abbiamo persa, forse anche a causa di un mondo che cambia troppo in fretta. E i ragazzi non hanno più trovato una bussola negli adulti.

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    1. Noi siamo stati fortunati perchè avevamo genitori che davano valore all'istruzione e ci spronavano allo studio. Oggi manca il lavoro di cura e i genitori non sanno come crescere un bambino. Anche noi Italiani dovremmo stipendiare un padre o una madre per i tre anni necessari a conoscere quel bambino che la vita ha loro affidato. Invece sono costretti a lavorare e i loro preziosi figli crescono fra asili nido e associazioni che si occupano di ricrearli in attesa del genitore lavoratore.
      Credo bene che i ragazzi, come dici, cerchino una bussola negli adulti ma li trovano inconsapevoli del compito che stanno affrontando e sono a disagio senza saperlo nominare.
      Ciao Alberto. Grazie.

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  5. pure noi siamo stati soli. vero che la realtà era meno complessa.
    però la maturità si acquisisce attraverso l'esperienza e l'impegno personale.
    dipende (direi esclusivamente) da noi ed è bello che sia così.
    con questo non voglio escludere certe innegabili e pesanti responsabilità.
    ciao

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    1. Forse anche noi, come tutti i giovani che lamentano da sempre l'incomprensione, ci siamo sentiti soli ma avevamo un mondo che guardava, distingueva e aveva a cuore. Avevamo cure, tradizioni e normalità condivise. La maturità è un faro e credo non la si raggiunge mai completamente ma scuola & politica hanno il dovere del rispetto e di favorirne in ogni modo il cammino che si avvarrà, poi, anche dell'esperienza, come scrivi.
      Ciao Ant.

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    2. capisco cosa intendi.
      e riconosco i cambiamenti. anche se forse ne diamo valutazioni in parte diverse.
      però non vedo ancora differenze sostanziali.
      ciao

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  6. Non ci siamo arresi Sari, ma abbiamo perso le forze, perché in piazza siamo scesi più e più volte in modo civile per rivendicare un'attenzione negata, ma chi ci ha ascoltato?
    Se esiste un modo valido che possa convogliare il tutto sulla strada giusta, noi ancora oggi non lo conosciamo.
    Abbraccio!

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    1. Capisco... e non è un modo di tagliare corto perchè questa stanchezza la patisco anch'io. Colpa (scusa babbo) di mio padre che mi ha cresciuta con quel dover fare che, ai tempi, era quasi normale.
      Penso che l'unico modo per tentare strade possibilmente giuste siano il controllo e la partecipazione... ma come e a chi passare il testimone proprio non saprei.
      Grazie Sciarada, ricambio l'abbraccio.

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  7. Si, hai ragione, ci si dovrebbe occupare di più dei ragazzi invece di lasciarli soli. Un grande problema che sembra non importare a nessuno.

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    1. E' così, paiono non interessare a nessuno i giovani d'oggi ma siamo qui a parlarne e a confrontarci.
      Ciao Ester.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.