Il volontario, tornato dal suo mese di lavoro in un paese africano dove, con altri, stava facendo scavi per urbanizzare un luogo malsano, raccontò delle bellissime donne di colore di quel paese. Erano tutte alte, ossute e il perchè era presto detto: nonostante buona parte del lavoro toccasse a loro, sedevano per ultime a mangiare, dopo il compagno e i figli... se ne avanzava.
Toccati da quelle ingiuste usanze, quel gruppo di uomini si premurò di comperare un casco di banane che poggiarono sulla riva dello scavo a cui stavano lavorando. Quando le donne arrivarono per andare al lavoro, fecero segno di prenderle e mangiarle lì, subito, ma le donne non lo fecero, sorrisero e portarono il tesoro alla capanna per condividerle.
Stùpide, dissero i volontari, le donne sono proprio stupide, potevano sfamarsi ma non l'hanno fatto.
Volontari, brave persone, generose ma non preparate a capire, a vedere quanto fossero culturalmente condizionate quelle donne. Donne serve per destino e per colpa, si diceva. Quella antica, che ancora scontavano, era per via di un gregge disperso mentre si erano abbandonate al sonno, fatto che aveva determinato la morte per fame dell'intero villaggio.
Questa storia me ne ricorda un'altra con la stessa logica del lupo che cerca scuse per mangiarsi l'agnello. I lupi non hanno bisogno di scuse per fare quel che pare a loro e le colpe vengono scontate dai figli e dai figli dei figli. Soprattutto se femmine, s'intende.
Racconto malinconico, dove scorgo una velata origine del lupo umano maschile che ancora oggi campa di eredità malsane, di cattivissime abitudini, spesso scambiate per tradizioni, e che gli permette violenze, ingiustizie e sopraffazioni. Ogni giorno per anni dovresti portare le banane per far si che diventi "tradizione" che anche le donne si nutrano alla pari. Non basta un mese. Non basta un giorno. Ci vorrà ancora una vita. Se anche da noi siamo spesso ancora Africa.
RispondiEliminaNon basta, hai ragione, ma ci sarà quel tempo?
RispondiEliminaChe bel commento hai scritto, grazie.
Buona serata Franco
Un racconto che insegna molto, e da questo insegnamento nessuno può dichiararsi esente.
RispondiEliminaPer la questione di genere, e anche in altre situazioni, ognuno dovrebbe sentirsi chiamato in causa, come dici.
EliminaGrazie Costantino, buna giornata.
Interessante articolo
RispondiEliminaUn caro saluto
Grazie anche a te, Giorgio.
RispondiEliminaFelice giornata.
Pensano agli altri prima che a se stesse, solo le donne arrivano a tanto.
RispondiEliminaAltro che i maschietti
Vorrei che le donne fossero valutate per il loro lavoro di cura che pare cosa da nulla ma è più che necessario.
EliminaNelle scuole d'infanzia la figura dell'insegnante è divenuta quella che i piccoli frequentano maggiormente e rappresenta il rapporto continuativo.
Grazie Alberto, ciao.