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21 apr 2021

Incontri

 

Al ritorno dalla passeggiata con il cane, vedo da lontano una panchina e so che il fagotto che vi è posato non è una giacca abbandonata o uno zainetto perchè all'andata, proprio lì, c'era una piccola signora con il viso coperto da un foulard a riparo dal sole che aveva di fronte. Pareva appisolata e avevo benedetta quella capacità di addormentarsi all'aperto o, comunque, non in un letto.
Vedendola ora sdraiata, mi sono preoccupata, ho pensato  fosse in difficoltà e mi sono avvicinata chiamandola piano. S'è destata all'improvviso e rimessa seduta in un lampo, con la vergogna d'esser stata sorpresa a una sconvenienza.   Le ho sorriso chiedendole se andava tutto bene e lei ha detto sì.  
La signora, minuta e magrissima,  aveva un visetto rotondo di un bellissimo colore marrone scuro,  pochi capelli candidi, belle mani dalle dita lunghe e abiti che mischiavano piacevolmente due culture diverse. I calzoni grigio scuro non spiacevano alla giacca verde avvolta da un foulard di gusto etnico e le scarpe, che ricordavano quelle maschili, erano perfette per quella mise. Una persona di buon gusto, ho pensato.
Nel breve colloquio che è seguito mi ha spiegato, nel suo italiano stentato, che era andata negli uffici postali scoprendo d'avere sbagliato giorno e quindi si era fermata nel grande prato a riposare.   Ha mostrato d'avere capito le ragioni del mio interesse e mi ha ringraziata. Al momento dei saluti mi ha sorriso toccandosi il cuore e ha benedetto me e il mio cane... che commozione...  
Una volta a casa, mentre sfaccendavo, ho pensato spesso al modo dolce di accomunare in un unico saluto  i miei affetti, come se tutti fossero coinvolti in un unico agire.

Molti anni fa, nel volontariato a cui avevo aderito, mi capitò di fare un minuscolo favore a un ragazzo africano, musulmano, e quando s'avvicinò il nostro  Natale mi giunse un biglietto che conteneva i suoi auguri di ogni bene per tutta la mia famiglia. La busta, e qui è stato il mio stupore, era indirizzata alla mia figliola minore, di forse 2 o 3  anni, che lui conosceva solo di nome ma la sua, lo capii un attimo dopo,  non fu una stranezza ma mostrava il profondo rispetto per il mio essere donna, moglie, madre e quello il suo  modo  per esprimerlo.


Anche noi eravamo così attenti al reciproco rispetto, un tempo? E se sì, quando e come siamo giunti ai rapporti sbrigativi, se non brutali, che oggi ci caratterizzano? 
Gli stranieri hanno qualcosa da insegnarci,  o da ricordare. 



12 commenti:

  1. Un dolce incontro commovente
    Un caro saluto
    Giorgio

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    1. Incontrarsi e sentirsi accolti, poter creare un legame anche solo per pochi minuti, è un grande regalo.
      Buona giornata Giorgio.

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  2. in effetti stiamo perdendo la capacità di fermarci ad ascoltare, lasciarci ancora sorprendere da uno sguardo, una parola, un silenzio...
    Grazie per queste tue preziose considerazioni

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    1. Grazie a te, Luigi, penso che la capacità di creare ponti e lasciarsi trasportare verso l'altro sia tua.
      Buona serata.

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  3. Hai ragione, la nostra vita va sempre di fretta e, purtroppo , sentimenti e valori di un tempo si stanno perdendo. Che bello il tuo interessamento per quella signora che sembrava in difficoltà e che ha ricambiato con un gesto affettuoso . E anche il gesto di ringraziamento inaspettato del ragazzo africano, sono cose che fanno piacere e insegnano. Saluti.

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    1. Andiamo di fretta e anche quando non ce n'è necessità non sappiamo rallentare. Peccato.
      Oggi il prato era vuoto... mi sarebbe piaciuto incontrare la signora "per raccontare e farmi raccontare"... come dice Guccini.
      Ciao Mirtillo.

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  4. se non ci sono Incontri che Riconoscono l'Esistenza, il vivere sociale diventa solo un grigiore asfissiante di norme - ciao

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  5. Purtroppo anche in questo siamo molto cambiati. La diffidenza non è solo comune tra persone di etnie diverse , ma anche con i nostri simili. Un vero peccato, ci rintaniamo sempre più in noi stessi, per poi lamentarci della solitudine, inasprita dall'avvento del Covid. Brutto momento, e purtroppo penso che non sarà breve. UN BACIO SERALE

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    1. E' incredibile come siamo riusciti ad appannare la parte migliore della vita. Ora poi, con la mascherina, si fatica persino a riconoscere le persone conosciute "prima".
      Ricambio il bacio serale :)
      Ciao Nella.

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  6. Momenti preziosi, non dobbiamo lasciarli scappare!

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    1. Davvero preziosi... la signora non l'ho più incontrata e me ne dispiace. Quanti pensieri avremmo potuto scambiarci.
      Ciao Fausta cara.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.