Al ritorno dalla passeggiata con il cane, vedo da lontano una panchina e so che il fagotto che vi è posato non è una giacca abbandonata o uno zainetto perchè all'andata, proprio lì, c'era una piccola signora con il viso coperto da un foulard a riparo dal sole che aveva di fronte. Pareva appisolata e avevo benedetta quella capacità di addormentarsi all'aperto o, comunque, non in un letto.
Vedendola ora sdraiata, mi sono preoccupata, ho pensato fosse in difficoltà e mi sono avvicinata chiamandola piano. S'è destata all'improvviso e rimessa seduta in un lampo, con la vergogna d'esser stata sorpresa a una sconvenienza. Le ho sorriso chiedendole se andava tutto bene e lei ha detto sì.
La signora, minuta e magrissima, aveva un visetto rotondo di un bellissimo colore marrone scuro, pochi capelli candidi, belle mani dalle dita lunghe e abiti che mischiavano piacevolmente due culture diverse. I calzoni grigio scuro non spiacevano alla giacca verde avvolta da un foulard di gusto etnico e le scarpe, che ricordavano quelle maschili, erano perfette per quella mise. Una persona di buon gusto, ho pensato.
Nel breve colloquio che è seguito mi ha spiegato, nel suo italiano stentato, che era andata negli uffici postali scoprendo d'avere sbagliato giorno e quindi si era fermata nel grande prato a riposare. Ha mostrato d'avere capito le ragioni del mio interesse e mi ha ringraziata. Al momento dei saluti mi ha sorriso toccandosi il cuore e ha benedetto me e il mio cane... che commozione...
Una volta a casa, mentre sfaccendavo, ho pensato spesso al modo dolce di accomunare in un unico saluto i miei affetti, come se tutti fossero coinvolti in un unico agire.
Molti anni fa, nel volontariato a cui avevo aderito, mi capitò di fare un minuscolo favore a un ragazzo africano, musulmano, e quando s'avvicinò il nostro Natale mi giunse un biglietto che conteneva i suoi auguri di ogni bene per tutta la mia famiglia. La busta, e qui è stato il mio stupore, era indirizzata alla mia figliola minore, di forse 2 o 3 anni, che lui conosceva solo di nome ma la sua, lo capii un attimo dopo, non fu una stranezza ma mostrava il profondo rispetto per il mio essere donna, moglie, madre e quello il suo modo per esprimerlo.
Anche noi eravamo così attenti al reciproco rispetto, un tempo? E se sì, quando e come siamo giunti ai rapporti sbrigativi, se non brutali, che oggi ci caratterizzano?
Gli stranieri hanno qualcosa da insegnarci, o da ricordare.
Un dolce incontro commovente
RispondiEliminaUn caro saluto
Giorgio
Incontrarsi e sentirsi accolti, poter creare un legame anche solo per pochi minuti, è un grande regalo.
EliminaBuona giornata Giorgio.
in effetti stiamo perdendo la capacità di fermarci ad ascoltare, lasciarci ancora sorprendere da uno sguardo, una parola, un silenzio...
RispondiEliminaGrazie per queste tue preziose considerazioni
Grazie a te, Luigi, penso che la capacità di creare ponti e lasciarsi trasportare verso l'altro sia tua.
EliminaBuona serata.
Hai ragione, la nostra vita va sempre di fretta e, purtroppo , sentimenti e valori di un tempo si stanno perdendo. Che bello il tuo interessamento per quella signora che sembrava in difficoltà e che ha ricambiato con un gesto affettuoso . E anche il gesto di ringraziamento inaspettato del ragazzo africano, sono cose che fanno piacere e insegnano. Saluti.
RispondiEliminaAndiamo di fretta e anche quando non ce n'è necessità non sappiamo rallentare. Peccato.
EliminaOggi il prato era vuoto... mi sarebbe piaciuto incontrare la signora "per raccontare e farmi raccontare"... come dice Guccini.
Ciao Mirtillo.
se non ci sono Incontri che Riconoscono l'Esistenza, il vivere sociale diventa solo un grigiore asfissiante di norme - ciao
RispondiEliminaSagge parole, Francesco. Grazie.
EliminaBuona serata.
Purtroppo anche in questo siamo molto cambiati. La diffidenza non è solo comune tra persone di etnie diverse , ma anche con i nostri simili. Un vero peccato, ci rintaniamo sempre più in noi stessi, per poi lamentarci della solitudine, inasprita dall'avvento del Covid. Brutto momento, e purtroppo penso che non sarà breve. UN BACIO SERALE
RispondiEliminaE' incredibile come siamo riusciti ad appannare la parte migliore della vita. Ora poi, con la mascherina, si fatica persino a riconoscere le persone conosciute "prima".
EliminaRicambio il bacio serale :)
Ciao Nella.
Momenti preziosi, non dobbiamo lasciarli scappare!
RispondiEliminaDavvero preziosi... la signora non l'ho più incontrata e me ne dispiace. Quanti pensieri avremmo potuto scambiarci.
EliminaCiao Fausta cara.