Osservo una persona che guida con il cellulare all'orecchio e così facendo invade distrattamente la mia corsia. Vergogna vergogna. Ininfluente sapere se la persona sia donna o uomo... il reato non cambia e neppure le eventuali conseguenze che ne possono derivare.
Ho provato a usare la parola persona e lo faccio da qualche tempo per vedere come funziona... credo si possa fare pur calcolando qualche necessaria precisazione e la ricaduta nel vecchio stereotipo.
Vi va di provare?
Credo anch'io che si possa fare, a volte non è necessario precisare se si tratta di un uomo o di una donna, siamo tutti "persone" Ciao
RispondiEliminaE' da qualche tempo che, scrivendo o parlando, uso la parola persona... cercherò di farla divenire usuale.
EliminaCiao Mirtillo.
Io non credo, perchè mi sembra che in giro ci sia troppa voglia di "neutro" ed è un neutro che nega la dimensione femminile. È comunque un argomento complesso.
RispondiEliminaUn saluto. Sara
Questo nostro tempo è caratterizzato da grande confusione (generato ad arte, secondo me) e il genere neutro viene spacciato come evoluzione verso l'idea di eguaglianza ma è invece spersonalizzazione dell'essere umano. Il genere neutro non esiste, per come la penso... ci sono le preferenze sessuali, sì, ma quelle dovrebbero interessarci poco o nulla, in presenza di comprtamenti leciti.
EliminaE' come dici, un argomento complesso.
Ciao Sara.
...spesso non ha importanza specificare se si tratti di uomo o donna. Spesso ma non sempre. Per esempio se il fatto riguarda una mamma e il suo bambino. Ma anche in molti altri la differenza di genere è necessaria.
RispondiEliminaQuella che hai citato è un'eccezione dove è necessario specificare il genere ma pensa a tutte le situazioni dove si usa il termine maschile per indicare tutto il genere umano... l'uomo, gli uomini, l'uomo della strada, ecc... quasi che quella femminile potesse essere una categoria compresa nel mascile.
EliminaLa parola persona rappresenta ogni essere umano e credo sia necessario abituarci a pensare in tal senso.
Ciao.
io spesso già lo faccio da tempo, ma ci sono delle volte in cui, come ha anche osservato Alberto, devi derogare a questo limite. È vero, uomini o donne siamo tutti persone, e quindi tutti con pari diritti, ma forse voler eliminare questi due termini non comporta eguaglianza ma solo il non riconoscimento di una identità che invece merita rispetto. Non è facendo sparire il concetto di essere donna che quest'ultima potrà avere il rispetto e la parità che deve avere, ma al contrario è rivendicando tale specificità che la donna può e deve arrivare ad acquisire quel rispetto e quella parità che le sono dovute. La parità si deve raggiungere sottolineando come uomo. donna, persona di colore, persone diversamente abili e tanti altri soggetti siano tra loro differenti (ciascuno di noi è unico e quindi non siamo tutti uguali come dei cloni) ma ciascuno di essi debba essere trattato con pari dignità, avendo gli stessi diritti. È inammissibile che solo perché si è donna si debba essere discriminate e per evitare che accada si debba soffocare questa identità.
RispondiEliminaCome dicevo più sopra, le eccezioni ci sono e sono necessarie ma non sono d’accordo sui diritti acquisiti… le donne ne hanno molti di meno e basta cercare sull’argomento per scoprire quanto siamo lontani da ogni pensiero di parità. Le persone di colore lo sono ancora di più e sui diritti non dovrebbero esistere differenze… quelle arrivano in seconda battuta e sono un patrimonio personale irrinunciabile.
EliminaLa parola “persona” non esclude o minimizza la donna ma la equipara, come sarebbe ovvio, all’uomo… e se è dalle parole che nascono i fatti la loro cura diviene importante. Per questo cerco di usare, quando è possibile, la parola persona che trovo inclusiva.
Ciao Daniele.
Più che per il genere, che personalmente mi sembra inutile omettere perché uomo e donna nella mia mente hanno uguale valore (sebbene siano diversi), io userei questo mezzo ogni volta che si etichettano le persone, ad esempio nei telegiornali: uccisa una PROSTITUTA, arrestato un ROM, catturato un ISLAMICO...
RispondiEliminaBuona settimana.
La penso come te, etichettare una persona vuol dire metterla già da parte, in qualche modo giudicarla, attribuire il gesto, e succede spesso, all’appartenere a una determinata categoria.
EliminaLeggendoti da qualche tempo, penso che sì, nella tua mente non ci siano disparità riguardo le persone ma purtroppo fai parte di una esigua categoria. La politica corrente non aiuta a migliorarci, ahimè.
Ciao Mr Loto.
E' da apprezzare la tua proposta, anche se credo che i connotati di genere siano troppo forti alla nostra attenzione immediata per non riversarsi nel linguaggio parlato.
RispondiEliminaPiù facile (in teoria) evitare le etichette di ruolo a cui si riferisce il commento precedente di Mr Loto.
Estendendo il discorso anche al "Dott.": la mia insegnante di lettere delle medie diceva che è molto più difficile essere un vero signore (/signora) che un dottore (/dottoressa).
Bentornato viaggiatore.
EliminaSì, i connotati sono troppo forti ma se persisteremo nelle nostre piccole rivoluzioni il cambiamento (forse) ci sarà.
Aveva ed ha ragione la tua prof di lettere che sarà orgogliosa vedendo la tua abilità di scrittore.
Ciao Franz.
Grazie, cara Sari, del bel complimento.
EliminaMaria Rosmo, questo il nome della mia insegnante, nei confronti della quale conservo un grande debito di riconoscenza, sicuramente non è più al mondo, ché altrimenti sarebbe ultracentenaria.
Ciao!
Viva Maria Rosmo, ovunque sia...e che è mai una centenaria in questi anni nostri?
EliminaCiao Franz.