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11 lug 2015

Raccontino estivo







Una famiglia in cerca di relax




La famiglia Ipsilon si vuole concedere una vacanza ed a permetterla è un "ponte" di tre giorni che sarà sfruttato al meglio.  Sarà possibile avendo al seguito otto figli fra i tre e i diciannove anni??

Si decide: si va a Londra  e l'annuncio viene accolto da un coro di urrà per poi, subito dopo, esplodere nel  caos del  "cosa metto-dov'è  il mio maglione nero-i jeans erano qui e non ci sono più-perchè tocca sempre a me fare, ecc...." ma nessuno si spaventa per così poco e la casa diventa un frenetico e vociante  via vai.

Tutto è a posto,  finalmente si va, il gas è chiuso, la porta anche,  ogni figlio porta le sue valige ed anche i più piccoli  hanno il loro piccolo bagaglio perchè la famigliola è davvero ben organizzata.
Il padre va con l'auto,  i bagagli più pesanti e i figlioli grandi, la madre, col resto della famiglia, in taxi.
In aeroporto,  oh perbacco,  ci si accorge che manca una valigia... attimo di panico, rabbia, sconforto ma... calma...  a tutto c'è rimedio. Quando una famiglia è così numerosa, gli imprevisti non sgomentano e si pensa solo a rimediare.
Il  figlio maggiore si offre prontamente  di tornare a casa a recuperarla (e quando gli capiterà di poter usare l'auto paterna?),  prende le chiavi  badando di non far trapelare  la sua eccitazione,  sale,  gira la chiavetta dell'accensione e va.
Arrivato a casa, s'accorge di non avere le chiavi per entrare e, quasi soddisfatto di quell'altro giretto extra di macchina potente sotto il sedere,  torna all'aeroporto dove la famiglia è in fila per il cheak-in.   Occhi 18 puntati:  sguardo paterno severo, quello materno al cielo, deridenti gli altri...  ma non fa nulla, le corse in auto valgono questo ed altro.  
Di volata prende le chiavi    (per fortuna l'aereo porta un ritardo notevole)  fila  a casa, prende la valigia mancante, ritorna a tempo di record dai suoi.  L'auto del papà va "da-dio"...
 L'aereo non si vede ancora e poco dopo viene  annunciato che, causa nebbia, il volo non  partirà da Bologna ma  a Rimini. La nostra famigliola sbuffa un po' ma... tant'è... e  ingoiato  il contrattempo  sale sul pullman  che  li porterà a Rimini.  Qualcuno fa notare come  la sospirata vacanza si stia accorciando ma ci vuole ben altro per smontare l'entusiasmo della nostra tribù  e tutti conservano il sorriso e le aspettative per quel viaggio imprevisto.
L'aereo sulla pista riminese è quasi un miraggio   e vi salgono compostamente... la mamma li osserva  attenta e il papà anche, preoccupato di eventuali brutte figure.   I posti vengono occupati dalla truppa e  la mamma osserva che, peccato,   il suo posto accanto alle ali  non le consentirà di godere granchè del panorama ma la piccola della famiglia la consola spiegando che quando l'aereo farà così, e qui  imita con le braccia il volo degli uccelli, lei potrà vedere, seppure a intermittenza,  il panorama. Tutti, anche i vicini di posto, sorridono... benedetti siano i bambini.
Tutti ai loro posti? Si parte?  Londra arriviamo.
L'aereo ha appena chiuso le porte  quando una vicina di poltrona  della madre  lancia un grido agghiacciante: sto male voglio scendere! Attimi di panico generale...  La hostess cerca di capire la gravità del malore, calma come può la ragazza  e,  assodato che non sta morendo,  le fa notare che aprire le porte, sbarcare i bagagli per cercare il suo, ricaricarli e partire richiederebbe troppe ore... ce la fa a calmarsi?  La mamma, che con tutti quei figli sa cavarsela in mille frangenti, prende in mano la situazione (perbacco, la vacanza va salvata a qualsiasi costo!) e si fa carico della  vicina,   una povera  ragazza costretta dai genitori ad un Erasmus a cui non era preparata... (oddio come farò, sola,  in quella grande città?)...  la consola, la convince, la sostiene, la sprona  e, finalmente,  l'aereo può partire.
La mano ghiacciata ma sudatticcia della povera ragazza si stacca da quella della supermamma solo per  allacciare la cintura di sicurezza ma la  riprende subito perchè la fa sentire sicura e la mantiene in equilibrio.

Londra li accoglie con dodici ore di ritardo ma è lì, pronta ad offrirsi. Davanti all'albergo  che evidentemente ospita una persona di rilievo, è in corso un sit-in contro una guerra, una delle tante che infestano il pianeta, e  alla nostra famiglia non resta che sedersi sulle valigie in attesa che la polizia disperda i manifestanti.
E' ormai sera, la cena è stata gradevole ma sono tutti troppo stanchi per uscire e anche i più grandicelli acconsentono a ritirarsi.
La notte londinese ha appena abbassato i  toni quando un frenetico bussare alla porta dei genitori li fa sussultare. Un ragno, un mostruoso ragno, è sceso dal soffitto della stanza delle ragazze terrorizzandole. Il baccano fa accorrere anche il resto della famiglia e tutti possono constatare che il ragno è veramente disgustoso ed enorme.  La reception, avvisata, accorre ma la bestiaccia non si fa prendere facilmente.
La stanza, spiega chi rappresenta l'albergo, è stata appena  lasciata da un cliente di ritorno  dal Brasile e forse s'è portato appresso, senza saperlo, la bestiola. Certo la pulizia è stata fatta scrupolosamente ma, si sa, i ragni sanno dove nascondersi. Viene offerta un'altra stanza ma è lontana dalle altre e le ragazzine vengono smistate in quelle dei famigliari.
Finalmente tutti dormono e la notte  può sfumare lenta verso l'alba.

Lo spavento della notte non ha fatto perdere l'appetito alla nostra famigliola che fa onore ad una colazione veramente superba che accontenta grandi e piccini.  Lavati i denti, finalmente, si esce.
Si va alla scoperta di una  città che non delude e che la mamma,  che l'ha abitata per studio, conosce bene. Musei, vie celebri, cattedrali, acquisti e cambi della guardia a Buckingham  Palace occupano gran parte delle giornate e, purtroppo, arriva il momento di rifare le valigie.

Il papà dice che qualsiasi cosa si dimenticherà sarà considerata persa e non sostituita e quindi ogni componente della famiglia passa accuratamente in rassegna ogni angolo della stanza che ha occupata.
Nel viaggio di ritorno fila tutto liscio, i taxi sono pronti, l'aereo puntuale, i passeggeri sono tranquilli e si arriva a Bologna in perfetto orario.  Non c'è neppure la solita fila per prendere i taxi, il papà carica le valigie sulla sua auto  e finalmente si è a casa.
La porta è  socchiusa e, dopo il  primo paralizzante attimo di sgomento, viene  chiamata la polizia che arriva dopo una tormentosa mezz'ora durante la quale si fanno le ipotesi più terribili su quel che si sarebbe potuto trovare all'interno. I figli più piccoli ipotizzano un tremendo delitto e cercano, a suffragio della loro ferma convinzione,  tracce di sangue che scende a rivoli dai gradini della loro casetta.
La polizia entra trovando tutto in ordine...   i due biglietti da cinquanta euro sono  sotto il centrino assieme alla lista della spesa del lunedì, non manca nulla, ogni altra cosa è  in ordine e quindi se ne vanno.
Non si fanno ipotesi sul responsabile di quella porta... appare ovvio che il figliolo maggiore, preso dall'ebbrezza della guida dell'auto paterna, si sia scordato di richiuderla. Lui continua a giurare  di averla chiusa ma nessuno gli crede.

Qualche mese dopo, in occasione di un altro "ponte" festivo che raggruppa tre giorni di vacanza, i ragazzi fanno proposte sul "dove si va" ma padre e madre,  senza essersi consultati con lo sguardo,  dicono all'unisono: in campagna dai nonni.



8 commenti:

  1. .....mi sa tanto di vita vissuta e mi ha fatto sorridere tanto tanto! E mi ha fatto tornare alla mente le nostre partenze per il campeggio al mare, un mese in tenda con tre bambini! Giulia di sei anni, Silvia e Tommaso di due......e poi tutto ciò che serviva per il nostro " accampamento": eravamo abbastanza misci, come si dice a Genova ( traduzione: con pochi soldi!!!), avevamo due tende, perchè una delle due ce l'avevano regalata e non potevamo certo permetterci una mega tenda nuova! E poi tutto il resto, immagina quante cose servivano per una vacanza così. Però ri devo diere che io, che sono quella dei bagagli all'ultimo minuto, non ho mai dimenticato nulla , neppure il filo e le mollette per stendere gli asciugamani e neppure il vasino e che i miei figli ricordano quelle vacanze come le più belle della loro vita!
    un abbraccio Emanuela

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    1. Tu ed io abbiamo in comune anche l'aver fatto campeggio, che è una delle esperienze da ricordare con immenso piacere. Anche i miei figli hanno bellissimi ricordi delle vacanze e ogni volta che si scambiano i ricordi gongolo... quasi fosse esclusivamente merito mio.
      In vista di una partenza, faccio la lista di quel che mi occorre e la seguo diligentemente... mica mi fido del mio "ultimo minuto". ;)))
      Grazie per avermi letta... ciao e buona domenica.

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  2. bellissimo , mi hai tenuto in sospeso per tutto il racconto. Però ...mi aspettavo un finale più...più...cattivello!! Un bel colpo di scena ,sai di quelli che ti lasciano a bocca aperta?? Mi piace :)) Buona Domenica

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    1. Ahah, Nicoletta, all'estate il giallo si confà e giustamente lo aspettavi.
      Una piccola suspense la puoi trovare qui, in un raccontino che scrissi tempo fa... se ti va, leggilo.
      Un caro saluto, ciao e stai fresca, se puoi, che fa un caldo africano.

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  3. Il racconto è stato piacevole, "si è fatto leggere" per la tua bravura! Però devo dirti, che almeno intorno a me, ed in tutto il tempo della mia vita...non ho mai visto una famiglia con otto figli, scegliersi una vacanza di tre giorni, potendo con quella stessa cifra, sicuramente concedersi una vacanza più vicina sì...ma ben più lunga! E ti dirò di più: con questi chiari di luna, chissà da quanti anni una famiglia con otto figli, NON va in vacanza! (Vabbè ho voluto fare la "spigolosa"! Il tuo racconto è divertente e molto sfizioso! ma voglio aggiungere ancora questo: fossi io la mamma di otto figli, preparerei contenta la partenza per tutti, compreso il marito e li lascerei partire per farmi tre giorni di vacanza felice da sola a casa! ahahah!!!)

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    1. Sai Lili che con i voli low cost si va a Londra, mi dicono, con meno di venti euro?
      Va bé, comunque quella famiglia con 8 figli esiste, la conosco, e questa avventura, a cui ho aggiunto qualcosa di mio, c'è stata per davvero. E' una famiglia fortunata, naturalmente, ma è allegra e ben organizzata.
      Non credo lasceresti partire tutta la famiglia... senza la mano materna sarebbe il caos e lo sai... meglio lasciare tutti a casa, volendo, e partire sola alla scoperta del mondo. (Mi vesto e scendo... ahahahah...)

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  4. Risposte
    1. Mi hai offerto un mazzolino di aggettivi: grazie.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.