Le scuole che ho frequentato, mi hanno insegnato che per ogni domanda esiste una risposta certa e che questa è già confezionata, pronta all'uso, scritta.
La vita, mia vera maestra, mi ha insegnato l'insoddisfazione alle risposte preconfezionate e mi ha spinto a pormi domande alle quali trovare mie risposte... ma anche che queste potevano essere non necessarie.
Porsi domande è come acquistare un titolo di viaggio e salire su un mezzo che non ha destinazione, eppure non frustrante e spesso appagante... lo sono le soste, la visione del paesaggio e il tempo che in questo caso diviene amico.
Una domanda non ha scadenza, resta lì e riposa nutrendosi di quel che nel frattempo trovo sul cammino.
La quiete, quella vera per me, non è fra le risposte certe ma la pace che riposa fra le non-risposte accumulate.
Dice il grande Rubem Alves:
"Non esiste niente di più pernicioso per il pensiero che l’insegnamento delle risposte esatte.
Le risposte ci permettono di camminare su terra sicura.
Ma solo le domande ci permettono di entrare nel mare sconosciuto.
Per questo esistono le scuole: non per insegnare le risposte, ma per insegnare le domande".
Rubem Alves è mancato il 19 luglio di quest'anno ma lo apprendo solo ora, mentre cerco l'esattezza del pensiero riportato. I media hanno pensato non fosse cosa importante, evidentemente.
Ciao Rubem
QUI si può leggere una sua breve biografia.
Mi viene in mente una canzone di Gino Paoli : Le strade son tutte giuste, anche quelle sbagliate, basta non essere certi, certi mai!
RispondiEliminaMi piace la frase che citi, è davvero molto bella!
Un abbraccio
Francesca
Ammiro molto Rubem Alves ed ora lo conosci anche tu. Com'è proficuo lo scambio, attraverso i blog, di quel che ci piace e siamo.
EliminaUn abbraccio, ciao Francesca.