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29 nov 2012

Solidarietà


In questa pagina di Vita.it  si parla di sms solidali.
Non si punta il dito, come speravo,  contro la partizione finale del denaro ricavato dalle donazioni delle persone... si  dice di come questa forma di solidarietà vada a scapito di altre forme di raccolta  più redditizie (con buona pace dell'etica) e basta.  
Trovo che  questo discorso  sia  troppo disinvolto, quasi da imprenditore... e mi pare che questo  affidarsi alla campagne televisive ad effetto  per raccogliere  denaro (gli italini sono generosi)   sia diseducativo e  impedisce di conoscere e affrontare le situazioni problematiche che andrebbero risolte anche in alto modo.

Questo articolo mi ha delusa.



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Nei commenti interni, l'amico Franz non  è d'accordo con la mia delusione e chi è interessato può andare a leggerlo.  :)

7 commenti:

  1. mi faccio bastare quel che dici
    perchè sono convinto che la donazione di X euri fatta con un messaggino
    è quantomeno vergognosa,
    scaricarsi la coscienza in questo modo senza sapere nè perchè si versa nè dove vanno i versamenti
    (che fra l'altro credo che non siano certificati)
    non mi pare giusto.
    Molto meglio una adozione adistanza e,
    se non ci riesce da soli la si può fare in più persone.
    Ci vuole partecipazione anche in queste cose.

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    1. Cosa sia meglio, in fatto di donare, non saprei dirlo, Massimo. Quel che è certo, per me, è che quel che si dona deve arrivere quasi intatto al soggetto che deve ricevere. Non è così, purtroppo, ed io divulgo le notizie che ho in merito alla volatilità delle offerte.
      Ciao e buona domenica.

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  2. Non mi sembra che la lunga e articolata intervista auspichi l' "affidarsi alle campagne televisive ad effetto" (sempre che quest'ultimo non sia solo il tuo pensiero).
    Il responsabile di 'Terre des homme' dice infatti, fra l'altro: "In occasione dello Tsunami l'Italia, come la maggior parte degli altri Paesi, si trovò di fronte a un'improvvisa impennata delle donazioni online. Sembrava l'inizio di una nuova era. Lo è stato, ma per gli altri. Da noi la raccolta fondi online è stata soffocata sul nascere proprio dall'uso incessante degli SMS".
    E, come spiega in altri punti, quella "nuova era" non riguarda solo l'aspetto puramente monetario, ma anche le modalità di interazione fra donatore e beneficiato.
    E nemmeno mi pare che sottovaluti il controllo della destinazione delle raccolte (che è il tuo sacrosanto e meritevole cavallo di battaglia...), quando dice:
    "Le trasmissioni non hanno nessun obbligo di fare scelte sulla base della serietà dei proponenti (al massimo della notorietà del brand che esse stesse hanno contribuito a costruire) né obbligo di rendicontazione" e poi: "I coordinamenti dovranno, ovviamente, sottostare a regolamenti rigorosi sull'utilizzo dei fondi e sulla rendicontazione dei progetti."

    In definitiva, credo che possiamo concordare sul bisogno di modelli comunicativi, anche nell'importante campo della solidarietà, meno rapidi e superficiali dell'invio di un sms.

    Un caro saluto.

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    1. Caro Franz, non voglio buttare alle ortiche tutto il mondo della beneficienza ma ho letto con occhi disillusi l'articolo, questo debbo riconoscerlo. M'aspettavo che si parlasse di moralità, di trasparenza e invece il problema era aumentare la raccolta.
      Sai come la si potrebbe aumentare, secondo me? Proprio con la trasparenza. Siamo tutti nauseati dalle notizie di donazioni che non hanno mai visto la via del bisogno ma solo delle tasche di chi ha sponsorizzato la campagna...
      Non c'è distinzione fra i promotori, nessuna garanzia che chi punta sulla nostra emotività non stia svolgendo un suo redditizio mestiere. I controlli non ci sono, non c'è obbligo, come dici, e questo mi pare già un cattivo inizio, una tentazione... è logico quindi che si faccia di tutta l'erba un fascio e decidere di non donare più a nessuno. Manca l'educazione e la vera informazione e questo avalla, ancora una volta, il sospetto.
      Ricordo, anni fa, la nascita del V.I.S. (volontariato internazionale per lo sviluppo) e della sottoscrizione che molti fecero per supportare quel progetto che avrebbe avuto un gran successo, non di pubblico ma di buon lavoro in tutto il mondo. I gestori segnavano ogni lira ricevuta e mettevano a disposizione di chi lo chiedeva i conti. Così si fa! E chi può dare, fosse pure poco, lo fa volentieri, certo che il sacrificio non va nelle tasche dei furbi ma in quelle che lui ha destinato.
      Scusami ma questo argomento mi preme parecchio. Per me la solidarietà è qualcosa che ha a che fare con la dignità di esseri umani, un tratto che sarebbe dovuto essere inserito nel DNA.
      Ciao Franz, e grazie per avermi offerto un altro punto di lettura.

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    2. Rileggo solo a pubblicazione avvenuta, scusami le sgrammaticature.

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  3. Signora Milleragioni, davvero tanti sono i mascalzoni che chiedono per non dare. La chiesa cattolica destina alla beneficenza il 20% delle offerte fatte a quello scopo: il resto va a non precisate "spese di culto". Dai "bilanci vaticani del 2011".
    Date soldini ai poveri per strada (quelli veri, non gli zingari). Aiutate con doni, di nascosto, le vecchine sole con 300 euro di pensione. Come scoprire chi sono? Chiedete alla Caritas, ma il dono portatelo a domicilio. Alla Caritas potrebbe finire a un altro, i bisognosi sono tanti, ma le vecchie vedove che soffrono la fame sono quelle che ne hanno più bisogno. Io ne sono convinto. Ciao.

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    1. I poveri veri sono sulla strada? Non so... so per certo che il mendicante, o il nero che vende calzini o fazzoletti di carta, hanno alle spalle uno sfruttatore che gli impone la zona da battere. Di quello che dai, a loro resta ben poco. Dare valore al denaro vuol dire guadagnarlo e m'hanno insegnato a non dare nulla a chi non offre un servizio, salvo giuste eccezioni, perchè non è educativo fare diversamente. Ricordo un parroco che, quando arrivava un povero, s'inventava un lavoretto da fare... anche se era stata appena pulita la saletta (da un altro povero) la faceva ripulire... così che quel che dava era una ricompensa e non elemosina.
      Ciao Giba, buona domenica.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.