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2 mag 2013

Postilla di Giba sul lavoro

L'amico Giba  ( Lo trovate QUI)   ha letto la  riscrittura del progetto di legge che riguarda il lavoro, da parte di Francesco Zaffuto,  e ne suggerisce un ampliamento.  Ecco il suo commento che ricopio:

Posso suggerire una postilla, da aggiungere all' ottima proposta di Zaffuto, che condivido in pieno?

"Anche i lavoratori autonomi debbono essere considerati esseri umani e, nel caso di un piccolissimo imprenditore in proprio, di un rappresentante, di un negoziante o di un artigiano che siano rimasti senza lavoro, avranno diritto, come tutti i dipendenti diretti, alle iscrizioni alla lista dei disoccupati, alla mutua ed ad un minimo di cassa integrazione". 

Oggi come oggi chi chiude la partita Iva, per mancanza di lavoro, anche con moglie e figli a carico, non ha diritto neppure al rispetto degli pseudo-sindacalisti della Confcommercio e della Confesercenti.

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8 commenti:

  1. Firmata anche la postilla di Giba.
    Con una precisazione: a parte i rappresentanti, che di solito si trovano in una situazione di dipendenza da chi commissiona loro la rappresentanza (ossia vivono con l'aggio di quello che riescono a piazzare) per gli altri specificati, commercianti e artigiani, sarebbe da prevedere un occhio di riguardo nell'inserirli nel programma originariamente proposto da Fra.Za.
    Vedi, mi sono rotto le palle nel vedere agli sportelli dei ticket sanitari fior di commercianti e artigiani (ben noti e conosciuti, proprietari di case e suv e vestiti letteralmente di ori in catene-bracciali-ecc., ossia notoriamente benestanti) che presentano il tesserino di "esenzione per reddito"; il sacrificio più grosso lo hanno fatto a suo tempo mettendosi in fila per ottenerlo, mescolati senza vergogna ai pensionati al minimo e ai disoccupati.
    A tempo perso si parla di evasione fiscale: rarissimamente sono coinvolti in questo crimine i dipendenti o i pensionati.
    Domanda: se non loro, chi?
    Forse chi può farsi la dichiarazione dei redditi su misura, inserendoci il minimo indispensabile, togliendo e tagliando quanto più possibile per non appesantire il conto?
    È questo dubbio, sicuramente infondato e maligno, che mi farebbe andare coi piedi di piombo nell'inserimento di queste categorie (Giba ha ragione, anche loro sono esseri umani, solo un po' più furbi degli umani normali) in liste di soccorso, il cui costo comunque graverà solo sulle spalle di chi non sarà in grado di sfuggire all'eventuale ulteriore botta fiscale.
    Ciao a te e a Giba.

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    1. Purtroppo è un luogo comune, suggerito per le loro campagne dai sindacati, credi. Se avessi inserito anche i professionisti, che avresti detto ? Vedi, io sono stato un autonomo, da sempre. Allo Stato non ho mai chiesto nulla, ho sempre dato. Quando facevo consulenze all'estero pagavo due volte, all'estero ed in Italia, ma allora ti restava di che vivere. Un dipendente, se lavora, almeno 1.200 euro puliti li porta a casa. Sai cosa porta a casa un rappresentante che guadagni 10.000 euro al mese ? Ci sono spese non documentabili che portano via il 20 % del reddito (parcheggi, mance ai commessi dei grossisti, aggiornamenti professionali). Sui 10.000 euro paghi tasse (55%) Inps ed Enasarco (15%, se non il 20%), usura vettura e carburante che si possono detrarre solo in parte e solo sull'importo lordo, periodi di crisi cui devi far fronte, star del credere (è una percentuale sulle perdite da rifondere alle aziende), periodi di malattia non remunerati (mica puoi vendere se hai la febbre), nessuna cassa integrazione, tassa sulla partita IVA, sulla Camera di commercio, iscrizione all' albo, multe non detraibili (divieti di sosta, in genere). Bene, se guadagni 10.000 euro al mese cambia mestiere o ci rimetterai. A questo non avevi pensato eh ?
      In vita mia ho lavorato solo con grosse aziende che non evadevano una lira, pagavano la cedolare secca e detraevano tutti i compensi che ci davano, dietro regolari fatture. Avevo tre collaboratori, una cinquantina di rappresentate, una piccola impresa in proprio e mi recavo in Francia, in Belgio, in Inghilterra e negli Usa per consulenze sulle prospettive di vendita in Italia e nel medio oriente e lo studio dei prodotti da inserire nel mercato del tessile.
      Se non avessi fatto tutto questo lavoro non avrei un centesimo, oggi, e non sono ricco. Ed ho una sola casa, la mia. Notate che, allora le tasse erano minori, di poco ma minori.
      Ora, ho un figlio architetto ed uno che fa il rappresentante. L'architetto oggi, per mangiare, deve far la spola con la Cina, perché in Italia non si costruisce un accidenti. La sua famiglia la vede col binocolo.
      Al rappresentante avevo lasciato le mie mandanti, imprese centenarie, che sono TUTTE fallite. Lui non può, con moglie e due figlie, neppure aver diritto ad iscriversi al collocamento e, se non ci fossi io che farebbe ? Certo, si rifarà, è un uomo "tosto", ma comprenderete che ci girino, quando vien fuori la barzelletta dei ricchi commercianti che hanno le medicine gratis !
      Chi fa le pulci ai negozi che chiudono ? Secondo voi se un negozio guadagna, chiude ? Ma non scherziamo.
      Che ne facciamo dei dipendenti ENEL che fanno gli elettricisti a tempo perso, dei professori che si fanno pagare le ripetizioni, degli statali, parastatali, paramedici che timbrano sei cartellini e lavorano un giorno la settimana ?
      Io sono pratico do ospedali, purtroppo. La mattina, al day hospital, sapete quanti infermieri vedo arrivare e timbrare per tre o quattro colleghi ? Tutte le sante mattine.
      Quelli descritti dall' amico Gattonero sono malviventi, non commercianti onesti. Oggi il commercio dà soltanto fame. E governi lampo. Ciao Gattonero, grazie e perdonami lo sfogo.
      Ciao Sari.

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    2. Mi pareva di avere eliminato dal novero proprio i rappresentanti, che, pur non conoscendone le vicissitudini che tu qui bene descrivi, ho sempre considerato fratelli 'poveri' di me dipendente privilegiato. Quelle rare volte che mi sono trovato in attesa nella sala d'aspetto del mio medico, non ho mai sbuffato né ostacolato né criticato l'entrata dei rappresentanti di medicinali, anzi non ho esitato a difendere il loro diritto a lavorare.
      Inoltre non ho detto, di commercianti e artigiani, che dovrebbero essere eliminati dall'eventuale lista: ho solo suggerito una maggiore attenzione al loro ingresso. So anch'io che ci sono commercianti e artigiani che fanno la fame come, e forse più, dei disoccupati. Infatti la mia non voleva essere una generalizzazione; ho solo considerato la vicinanza al mio piccolo vissuto di situazioni aberranti.
      Ciao, grazie a te per l'intervento, e un saluto a chi ci ospita.

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    1. Insomma, hai timbrato il cartellino, Massimo. :)))))))))))))
      Ciao!

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  3. Risposte
    1. Di questo argomento so veramente poco, Francesca, così leggo ma vi lascio parlare, contenta di questo scambio.
      Ciao!

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  4. Grazie Sari per avere iniziato questo dibattito. Trovo molto importanti le riflessioni in questo post. Ho visto il suggerimento chiamato postilla, pensavo che la seconda frase fosse comprensiva di tutti i lavoratori in stato di disoccupazione, comunque è meglio specificare, e per questo il secondo punto della bozza l’ho modificato in questo modo:
    "Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può iscriversi, a seconda delle sue capacità professionali, alle liste di collocamento e come minimo a tre tipologie di mansioni, oltre a una di generica adesione a lavori di pubblica utilità e assistenza predisposti dal Comune di appartenenza e comuni vicinori. Sono da considerare cittadini in stato di disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo indeterminato, determinato, a progetto e in qualsiasi altra forma; tutti i cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro autonomo."
    Ho letto il dibattito nei commenti sul lavoro autonomo; non possiamo fare semplificazioni, tra i lavoratori autonomi ci sono i ricchi, quelli che se riescono a viverci modestamente e i poverissimi. Le regole applicative per fare pagare le tasse ai ricchi vanno bene e vanno potenziate, ma è necessario anche un qualche aiuto per non fare chiudere l’attività ai poveri. C’è anche da considerare che le grandi imprese della distribuzione hanno avuto grandi vantaggi nel loro insediarsi nel territorio nazionale facendo chiudere tanti piccoli esercenti. Il lavoro autonomo nelle diverse tipologie è una forma di occupazione per il lavoratore autonomo e può creare altro lavoro dipendente, vanno studiate tutte le possibilità per svilupparlo.
    La bozza è solo di riferimento per dare qualche rimedio ai livelli più elevati di disperazione nella ricerca del lavoro, non è certo esaustiva per creare lavoro e andrebbe accompagnata da altre proposte per lo sviluppo del lavoro.
    Ma cosa fare di questa proposta iniziale? Continuare nella raccolta adesioni? Inviarla al Ministro del Lavoro? Sono tutti dubbi che in questo momento mi assillano. Al momento ho messo su un altro blog dove raccogliere tutti gli interventi su pane e lavoro e questo è il suo link http://creapaneelavoro.blogspot.it/
    Saluti.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.