Come fu non si sa con precisione ma ad un certo punto le forze che abitavano il Cielo e quelle che governavano la Terra si scontarono fortemente e presto l'astiosità sfociò in guerre sempre più feroci e sanguinose.
E pam pam pam la Terra mandò in cielo bombe sempre più potenti... e bum bum bum il Cielo ricambiò con abbondanti strali sempre più devastanti e sol quando le truppe furono stremate e il numero delle vittime di lassù e quelle di quaggiù divenne importante, si stabilì una tregua.
A quella seguì un lungo periodo di calma e chi pensò ad una pace perpetua sbagliò clamorosamente perchè nel pentolone dei guerrafondai di lassù e quelli di quaggiù si preparavano e rimescolavano mille progetti nefasti.
Furono ingaggiati e pagati a peso d'oro gli strateghi più capaci e dopo estenuanti riunioni al vertice, e visti gli insuccessi delle spie inviate fino a quel momento a carpire i progetti del nemico, si decise di mandare un numero esorbitante di spie: melius abundare quan deficere.
Pare strano ma... dalla Terra e dal Cielo si adottò una stessa strategia, quella di inviare moltitudini di spie vestite da "uomo comune", giusto per non dare nell'occhio.
Ci vollero anni di addestramento prima che gli uomini fossero pronti per l'invio in terre nemiche e in quel lasso di tempo le popolazioni pensarono che davvero la pace sarebbe stata per sempre.
Ma arrivò il tempo in cui tutte le spie, addestrate a dovere, furono pronte per essere inviate.
Dalla Terra si levò un gran numero di "uomini comuni" pronti a salire e dal Cielo ne calarono altrettanti pronti a scendere e fu così che si verificò un fatto straordinario. A mezza via gli "uomini comuni", vestiti tutti allo stesso modo, si incontrarono, si guardarono, si riconobbero uguali, forse fratelli, e si fermarono. Ecco, fu proprio in quel momento che il pittore Magritte, alzando gli occhi al cielo, li vide e capendo il momento straordinario, li fermò sulla tela. E lì, nelle "terre di Golconda" abitarono per sempre.
Sari, davanti a Golconda
brava: ottima e godibile interpretazione. tra l'altro, a parte i particolari della storia da te introdotti, coincide abbastanza con quella che è sempre stata la mia. ciao
RispondiEliminaGrazie Ant. Mi capita spesso di vedermi dentro il quadro che sto osservando, quasi per capirlo di più.
EliminaSono arrivata a Magritte, che al momento non mi era presente, con l'indicazione natalizia di Sciarada che nominava Golconda. Ho trovato e letto il libro di Barrili e respirato l'aria entusiasmante del tesoro indiano e in questo quadro di Magritte ho pensato che il tesoro fosse la pace.
Ciao.
non conosco barrili e non ho idea di cosa possa essere di preciso il "tesoro indiano". spunti e suggerimenti comunque interessanti per riflettere ed eventualmente approfondire. ciao
Eliminacome si nota dal mio logo, Magritte è uno dei miei preferiti, cara Sari, molto interessante la tua lettura del dipinto e ancor più la tua capacità di metterti dentro l'opera d'arte!!!
RispondiEliminaUn sorriso
Mi piace fantasticare e credo che questo aiuti a rendere più leggera la vita.
EliminaSto imparando a conoscerti e sono lieta della tua predilezione per Magritte.
Il pittore di cui mi piace tutto è Folon e qualche tratto in comune forse lo si può trovare.
Ciao.
Mi piacciono molto le opere di Magritte ed è bellissima l'interpretazione che hai dato di questo dipinto. Saluti cari.
RispondiEliminaPotevi non amare Magritte, tu che sei la nostra animatrice culturale?
EliminaUn caro saluto a te, ciao Mirtillo.
Quello che il surrealista Magritte aveva immaginato e dipinto adesso è reale nelle atmosfere e negli spszi surreali delle nostre città.
RispondiEliminaGli artisti hanno lo sguardo lungo e vedono prima di altri le trasformazioni in atto. Dovremmo ascoltarli meglio.
EliminaCiao Alberto.
Ma che bel racconto!
RispondiEliminaComplimenti!
Spero anche che sia di buon auspicio e che nella zucca di questi guerrafondai entri un po' di buonsenso e faccia capire che le differenze sono ricchezza
Hi nice reading youur blog
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