La giovane Lubna Ammouneche scrive su Vita.it, si chiede se questa vignetta sia una provocazione fine a sè stessa o momento di sana riflessione. C'è da riflettere, vero?
In entrambi i casi, l'immagine della donna suscita sempre preconcetti e critiche...chissà perchè non fa altrettanto l'immagine dell'uomo...Saranno difficili da sradicare alcune convenzioni nate dagli stessi uomini e perduranti nel corso degli anni. Ciao e buona domenica.
Buongiorno Arianna. Non si fanno commenti all'immagine maschile perchè non è assoggettata, come invece accade a noi donne. L'uomo, per me la penso, dovrebbe fare tanta strada per riconoscerci ma anche la donna deve fare la sua parte. Guarda, ad esempio, la grafica che circola nel web... le immagini sono quasi tutte di femmine nude, asservite o di malaffare e le autrici sono al 90% donne. Perchè le donne fanno questo alle altre donne? Non l'ho mai capito e in qualche caso ho preferito non capire. Buona domenica a te, ciao. Sari
Dimenticavo di dire, Arianna, che le donne sono al 99% ben altro che quelle delle immagini che trovi nel web... ma quanto chiasso e quanto fa comodo prenderle a esempio dell'universo femminile. Ancora ciao.
Penso che ci sia poco da riflettere. Nel primo caso la donna può rivestirsi, nel secondo NON PUO' spogliarsi. Fate voi il parallelismo fra due tipi di società, l'una imperfetta, l'altra ferocemente teocratica. Ciao Sarina
Che mai ho scritto più sopra? Vergogna! Il correggere un periodo nel piccolo spazio della scrittura è rischioso, per me. Ora ho fatto la malacopia... come in prima elementare. Non dicono forse che diventano vecchi si torna bambini? Ecco, sono su quella strada... ehehe...
Torniamo al nostro argomento, Giuliano e Antony. Entrambe le donne non sono libere ma si sentono "a posto". Una credendosi libera, l'altra protetta. Ciao ragazzi! Sari P.S.: Antony, perchè sarebbe una finzione?
Immagino come debbano sentirsi liete le musulmane, con quel calore, avvolte in un sudario. Che ci siano donne occidentali costrette a mostrar sé stesse, come dice Ant, è verissimo. La "finzione", però, varrà per poche, anche se sempre troppe, di loro.
Una cosa mi chiedo Sari: se si sentono "a posto" le disgraziate costrette a camminare dietro il marito di tre passi, a tollerare le infedeltà e ad affrontare la lapidazione se fanno altrettanto, ad accettare violenze costanti "coram populo", perché voi, che vi riferite al femminismo, incitare a quella che è, per me, una giusta lotta? Dovreste sentirvi a vostro agio nella vostra condizione.
Non esiste il "buon negro" Sari, e neppure il "buon arabo". Possibili che i cattivi siano sempre e solo gli uomini che vi stanno a fianco? Ce ne sono, è indubbio, ma la barbarie assoluta è un'altra cosa.
Ciao. Consiglia al mio Antony di mettersi un cappotto addosso d'agosto, costrettovi, e di chiamarlo sotterfugio. :))))))))))))
A parer mio la vignetta ha solo la finalità di farci riflettere, ammesso che le riflessioni non siano già state fatte. La mia riflessione se può interessare è questa : mentre nel caso della donna col burka l'imposizione appare palese, nell'altra l'imposizione a spogliarsi assume l'aspetto del condizionamento che è una forma di violenza meno manifesta.In determinati ambienti di lavoro, l'aspetto più che piacevole della donna è una condizione sine qua non, vedi la rincorsa all'aumento del seno, dell'eliminazione di ogni ruga, del tacco altissimo a spillo etc. Io penso che l'eguaglianza di diritti fra i due sessi, comincerà quando potrò vedere (in qualche prossima vita)una intelligente giornalista conduttrice, con la pappagorgia e la panza e il dito nel naso come Maurizio Costanzo.
In entrambi i casi, l'immagine della donna suscita sempre preconcetti e critiche...chissà perchè non fa altrettanto l'immagine dell'uomo...Saranno difficili da sradicare alcune convenzioni nate dagli stessi uomini e perduranti nel corso degli anni.
RispondiEliminaCiao e buona domenica.
Buongiorno Arianna.
RispondiEliminaNon si fanno commenti all'immagine maschile perchè non è assoggettata, come invece accade a noi donne. L'uomo, per me la penso, dovrebbe fare tanta strada per riconoscerci ma anche la donna deve fare la sua parte. Guarda, ad esempio, la grafica che circola nel web... le immagini sono quasi tutte di femmine nude, asservite o di malaffare e le autrici sono al 90% donne. Perchè le donne fanno questo alle altre donne? Non l'ho mai capito e in qualche caso ho preferito non capire.
Buona domenica a te, ciao.
Sari
Dimenticavo di dire, Arianna, che le donne sono al 99% ben altro che quelle delle immagini che trovi nel web... ma quanto chiasso e quanto fa comodo prenderle a esempio dell'universo femminile.
RispondiEliminaAncora ciao.
simpatica e insieme intelligente. ciao
RispondiEliminaPenso che ci sia poco da riflettere. Nel primo caso la donna può rivestirsi, nel secondo NON PUO' spogliarsi.
RispondiEliminaFate voi il parallelismo fra due tipi di società, l'una imperfetta, l'altra ferocemente teocratica.
Ciao Sarina
ti sbagli, giuliano. anche nel primo caso la donna non può rivestirsi. è una finzione. ciao
RispondiEliminaChe mai ho scritto più sopra? Vergogna!
RispondiEliminaIl correggere un periodo nel piccolo spazio della scrittura è rischioso, per me. Ora ho fatto la malacopia... come in prima elementare. Non dicono forse che diventano vecchi si torna bambini? Ecco, sono su quella strada... ehehe...
Torniamo al nostro argomento, Giuliano e Antony. Entrambe le donne non sono libere ma si sentono "a posto". Una credendosi libera, l'altra protetta.
Ciao ragazzi!
Sari
P.S.: Antony, perchè sarebbe una finzione?
Immagino come debbano sentirsi liete le musulmane, con quel calore, avvolte in un sudario. Che ci siano donne occidentali costrette a mostrar sé stesse, come dice Ant, è verissimo. La "finzione", però, varrà per poche, anche se sempre troppe, di loro.
EliminaUna cosa mi chiedo Sari: se si sentono "a posto" le disgraziate costrette a camminare dietro il marito di tre passi, a tollerare le infedeltà e ad affrontare la lapidazione se fanno altrettanto, ad accettare violenze costanti "coram populo", perché voi, che vi riferite al femminismo, incitare a quella che è, per me, una giusta lotta? Dovreste sentirvi a vostro agio nella vostra condizione.
Non esiste il "buon negro" Sari, e neppure il "buon arabo". Possibili che i cattivi siano sempre e solo gli uomini che vi stanno a fianco? Ce ne sono, è indubbio, ma la barbarie assoluta è un'altra cosa.
Ciao. Consiglia al mio Antony di mettersi un cappotto addosso d'agosto, costrettovi, e di chiamarlo sotterfugio. :))))))))))))
l'amico antony non potrà mai avere questo problema, giba. un prezzo che devo pagare al fatto di essere un uomo libero :)
Eliminaciao
perché non è il vestito che fa il monaco. la mentalità non esce mutata da un sotterfugio. ciao
RispondiEliminaA parer mio la vignetta ha solo la finalità di farci riflettere, ammesso che le riflessioni non siano già state fatte.
RispondiEliminaLa mia riflessione se può interessare è questa : mentre nel caso della donna col burka l'imposizione appare palese, nell'altra l'imposizione a spogliarsi assume l'aspetto del condizionamento che è una forma di violenza meno manifesta.In determinati ambienti di lavoro, l'aspetto più che piacevole della donna è una condizione sine qua non, vedi la rincorsa all'aumento del seno, dell'eliminazione di ogni ruga, del tacco altissimo a spillo etc.
Io penso che l'eguaglianza di diritti fra i due sessi, comincerà quando potrò vedere (in qualche prossima vita)una intelligente giornalista conduttrice, con la pappagorgia e la panza e il dito nel naso come Maurizio Costanzo.
il condizionamento è più grave e pericoloso dell'imposizione. poi non è così facile distinguerne gli ambiti. ciao
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