29 mag 2011
E mé a tarméva
L'aria l'éra
anch frassca
d'la maténna
e mé a tarméva
quési
par la sira.
Li la vgné za
ghignánd
sóura al respir
del mí speranz
suspéisi
tra la nabbia
i mur carpé
l'incuscianza pasé.
Mé a zarchéva
la felizité
li l'am purté
una stréla:
la cuscianza.
O. Righi Boi
. . . . . . . . . . . . . . . . .
Ed io tremavo
L’aria era
ancora fresca
della mattina
ed io tremavo
quasi
per la sera.
Lei scese
ghignando
sopra il respiro
delle mie speranze
sospese
tra la nebbia
i muri crepati
l’incoscienza passata.
Io cercavo
la felicità
lei m’ha portato
una stella:
la coscienza.
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Una meraviglia, cara Sari.
RispondiEliminaL'ho tradotta mentalmente prima di accorgermi che avevi messo la traduzione.
Ma è dialetto bolognese???
Ti abbraccio cara e ti auguro una buona domenica!!!
Lara
Buongiorno Lara :)))
RispondiEliminaE' dialetto bolognese? Sì ma è difficile dire se è puro... come certamente saprai ci sono varianti anche da quartiere a quartiere ed io accetto tutte le versioni. Ormai pochi parlano il nostro dialetto e quando incontro qualcuno che lo fa lo abbraccerei. Adoro la parlata bolognese.
Un abbraccio e buona domenica.
Sari
Sìììììì, sono stata riconosciuta dal sistema (firmo Sari!) e mi sento come il figliol prodigo che, tornato a casa, è stato accolto a braccia aperte.
RispondiEliminaSari
Se ami il tuo dialetto, prenditene cura e tramandalo...ci saranno delle pubblicazioni di scrittori e poeti del passato a cui poterti rifare, nel caso di dubbi.
RispondiEliminaUn bacione, buona domenica.Lili
non amo i dialetti e, non li amo, perchè, secondo me, dividono.C'è, comunque, il rispetto per chi li ama. La poesia è molto bella.
RispondiEliminaCiao Sarina - dana
Sì Lili, cerco di prendermi cura del dialetto e della città che io non ho conosciuto. Vedo quanto la cosa interessi anche i miei figli.
RispondiEliminaBuona settimana entrante, che ci porta il mese di giugno.
Ciao cara.
Sari
Per come la penso, Dana, i dialetti non dividono ma accomunano. Dividono i muri, i paraocchi, le idee preconcette, la diffidenza... la lingua parlata non può farlo, almeno così penso.
RispondiEliminaGrazie per il tuo rispetto, mi fa piacere.
Un abbraccio.
Sari
scusa Sari..capisco il tuo dire..però se sento parlar siciliano stretto, e mi capita eccome, non capisco nulla.Allo stesso modo, penso che se un siciliano sentisse due monferrini che parlan tra loro in dialetto, non capirebbero un accidenti. Senza preconcettie con un abbraccio per tutti.
RispondiEliminaBeh allora seguendo la scia di questo tuo pensiero (preconcetto) non si dovrebbero studiare le lingue straniere, nè provare interesse verso poeti e scrittori non italiani.
RispondiEliminaA me capita d'incuriosirmi quando sento persone che parlano un linguaggio diverso dal mio...
Potessi parlare tante lingue e/o dialetti, mi sentirei più ricca e più libera...
Ciao Dana. Lili
ciao Lillina. Tu fai un ragionamento che porterebbe lontano e diventerebbe solo polemica.
RispondiEliminaIo ne ho fatto uno diverso.
Personalmente preferirei che parlassimo tutti l'italiano, dolce e gentile. Dico solo che i preconcetti non c'entrano ma, naturalmente sei liberissima di pensar il contrario.
Ma ciaooooo Liliiiiiiiiiii, quante risate ti ho dedicato. dana