- "Sogno una pace leggera, diffusa, tanto normale da parer banale”- Sari

25 apr 2011

Avevo due paure

La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile.
 
 
 
Giuseppe Colzani (1912-1992)

8 commenti:

  1. Ciao Sari, non avresti potuto scegliere parole più "grandi" di queste. Le due Paure...
    Grazie cara amica e Buon 25 Aprile, sempre!
    Lara

    RispondiElimina
  2. Buona giornata, carissima Lara.
    Sempre grazie a te, per la tua presenza affettuosa.

    Sari

    RispondiElimina
  3. Bellissime le parole di Colzani. Ora, penso, si dovrebbe girare quella terribile pagina di Storia. Parlo anche degli ebrei.

    E' successo, succederà ancora, l'uomo non cambia. Inutile pensare che il "ricordo costante" sia utile a render la gente diversa.

    Non possiamo risvegliare continuamente il dolore e l'odio. Fa male all'anima di noi che siamo sopravvissuti e di voi che non appartenete a quelle generazioni.

    Nessuno può caricarsi colpe che non ha e voi non ne avete. Neppure i tedeschi di oggi, neppure i russi di oggi. Basta con le ricorrenze, lasciamole nel cuore di chi c'era e non risvegliamo gli odi: quelli sì che si ereditano.

    Ciao, cara Sari.

    RispondiElimina
  4. Molto bella questa poesia.....credo sia utile ricordare anche se risveglia un dolore antico....senza più odiare....questo sì!

    RispondiElimina
  5. Caro Giba, il ricordo genera odio se questo viene strumentalizzato e usato come mezzo di rivincita, violento. Il ricordo, per come la penso, è necessario perchè lo credo l'unica occasione di futura pace.
    Il tuo intervento mi troverebbe totalmente d'accordo se questa benedetta pace fosse stata fatta, ma così non è ed occorre che da ogni parte si riconoscano i propri torti e, contemporaneamente, le ragioni degli altri.
    Parlando della ricorrenza del 25 aprile, trovo che potrebbe essere una data che mette tutti d'accordo. Ma la parola d'ordine di questi nostri travagliati tempi è: dividere! E seguendo questa terribile via ci troveremo presto soli, soli e con tanti nemici da affrontare.
    Sogno un giorno in cui io non capirò altre ragioni ma le riconoscerò senza volerle cambiare e che l'altro faccia altrettanto con le mie.
    Ti vedo, sai, mentre mi leggi.. perbaccolina... e sento anche i tuoi pensieri. Perciò dico che quando ogni cosa sarà distrutta, per ricostruire occorreranno i poeti e i sognatori. Vedi quindi che saremo entrambi necessari?

    Ciao!
    Sari

    RispondiElimina
  6. Sì Fausta cara, ricordare senza odio è l'unica strada. Come scrivo più sopra, occorre conoscere e riconoscere.. da qui arriverà una possibile pace.
    Ciao cara.
    Sari

    RispondiElimina
  7. Che Dio ti ascolti Sari. Vorrebbe dire che è diverso dal Dio in cui credo io e che l'uomo impara qualcosa dalla Storia, cosa in cui io non credo assolutamente.

    Se così fosse le guerre non esisterebbero più.

    Ma, ripeto, ti auguro che il mondo cambi in meglio ! Ciao cara.

    RispondiElimina
  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.