A ridosso degli eventi parigini, scioccanti e destabilizzanti, non ho scritto nulla perchè mi sentivo disorientata, non sapevo come dire che condannavo tout court gli atti terroristici ma che non mi sentivo di identificarmi con la rivista di satira che è stata orribilmente colpita. Penso male della censura, che non sia giusto bloccare, imporre la chiusura e tanto meno uccidere chi c'infastidisce con quel che fa ma... satira non è sinonimo di totale libertà, di impunibilità e credo occorra denunciare quel che passa i limiti che la legge impone.
Tutto questo lo spiega molto meglio di me questo articolo, che ho appena letto, ... e si può leggere QUI
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Intendevo fare un post su quest'argomento ma poi ho cambiato idea. In sostanza volevo dire che, senza nulla togliere alla libertà di stampa che è sacrosanta, c'è però una satira che, come nel caso in questione, suona come una bestemmia ed è altrettanto fastidiosa. Il sentimento religioso è molto profondo, intimo e radicato, non dovrebbe mai essere offeso. Ci sono limiti di eleganza che non dovrebbero mai essere superati. So che vado un po' controcorrente dicendo questo, ma è quello che sento.
RispondiEliminaUn abbraccio
Francesca
Sì, in fondo è quel che intendevo dire e che sostiene anche l'articolo citato. A ben vedere, è difficile fare satira senza eccedere nella volgarità gratuita o nel vilipendio.
EliminaCiao Francesca, un abbraccio.