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28 mar 2016

Nuove mappe




Di Franco Farinelli,  e del suo articolo "Territori e romanzo", ha parlato questa mattina la radio e sono corsa a sfogliare internet per leggere sì  l'articolo ma, soprattutto, per conoscere meglio la persona. 

Farinelli, geografo-docente universitario-presidente dell'Associazione Geografi Italiani,   afferma  che in Occidente  "la forma archetipica del sapere non è la filosofia, ma la geografia"  e mentre io l'imparo  attraverso drammi e catastrofi, lui si spinge a guardarne un'altra, di  geografia, quella che, dice, è attualmente più importante e che si chiama  Rete.
"Nel 1969 - scrive - mentre tutti stanno col naso all'insù per contemplare lo sbarco sulla Luna, due computer iniziano a dialogare. Nasce la rete, il dispositivo da cui oggi dipende il funzionamento del mondo. E nella rete spazio e tempo non contano quasi più nulla".  
Se tempo e spazio non contano quasi nulla,  cos'è che conta? 
Viene facile pensare sia il denaro, la potenza che comporta e gli equilibri che sposta rapidamente da un luogo all'altro,  favorito  dalla rete, come si diceva. 
Il  vicino-lontano, quindi, non vale più e non ci sono atlanti a rendere visibili a tutti le nuove rotte  ma Farinelli pare vederle  e tenerne conto. Io non saprei che farne di tale mappa ma consola sapere che c'è chi ha occhi più potenti e menti più sviluppate della mia per vedere e capire quel che io, per tentare di appropriarmene, debbo leggere e rileggere. 

Beh, non è di questo che intendevo parlare oggi ma di "Territori e romanzo" parlerò poi. 

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6 commenti:

  1. E' davvero molto interessante. La rete ha sconvolto tutti gli equilibri, ha posto ed imposto nuove regole alle quali ci atteniamo, senza nemmeno accorgercene. Ha portato molto e ha anche distrutto molto, ha avvicinato persone, altre le ha allontanate. Sicuramente sono nuove mappe, ma sempre percorse dall'uomo. Che non cambia. Lo vediamo nella piccola nostra porzione di mappa dove si alternano simpatie e antipatie, esibizionismi e discorsi logorroici, una riproduzione completa dell'umanità.

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    1. Racconta Jules Verne che in una cittadina abitata da persone flammatiche arrivò un giorno un esperto, chiamato per ammodernare l'impianto di illuminazione pubblica. Oltre quello per cui era stato chiamato, lui si dedicò a un suo esperimento e per vivacizzare quell'ambiente cittadino, aumentò la percentuale di ossigeno presente nelle condutture del gas. Il fatto si rivelò disastroso perchè tutti, in breve, divennero litigiosi, irascibili, arrivando a dichiararsi guerra.
      Nel romanzo "Un capriccio del dottor Oss", succede poi qualcosa che riporta tutto alla normalità ma questo romanzo fa pensare. Il cambiamento, quindi, dipende dalla qualità delle persone o da quel che respirano, mangiano e dalle onde elettromagnetiche che li avvolgono? Vorrei propendere per questa seconda ipotesi. Ciao!

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  2. Mi tornano ion mente le mappe che disegnavano intorno al 1200
    non erano proporzionate alla misura del territorio ma all'importanza delluogo
    così Gerusalemme era grande al centro del mondo
    e il resto piccolo sparpagliato qua e là.
    interessante il ragionamento anche se ho dovuto stare attento a quel ce leggevoanzi rileggere per non perdere il filo.
    Ciao.

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    1. Ma sì, è vero, le prime mappe erano disegnate approssimativamente e le distanze rese a occhio. Quando sono giunti i satelliti tutto è stato rivoluzionato ma quanto mi piacevano quei disegni tracciati a mano... sapevano di passione, di avventura, di voglia di conoscenza.
      Non fare il modesto, sù, tu non perdi mai il filo.
      Ciao!

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  3. Spesso le persone "avvicinate" dalla rete, sono parzialmente costruite da noi con l'immaginazione, spogliate di quella fragile parte esteriore ed interiore non visibile e non conoscibile.Spesso per curare tali rapporti, trascuriamo le persone più vicine o quelle nuove possibili conoscenze vicine di cui non ci accorgiamo perché presi dal fascino della rete. Buona serata.

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    1. Sono d'accordo quando dici che le persone sono in parte "vestite" da noi, dalle nostre esigenze, ma questo accade anche nella vita reale che, è bene ripeterselo, non va mai trascurata in favore di quella virtuale. Certi "vestiti" li facciamo indossare anche a noi stessi e ci vanno così stretti da rischiare di ammalarci. Che manìa quella di apparire, d'essere "giusti"... d'altra parte la parola persona significa maschera.
      Ciao.

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