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29 mag 2015

Parole


Parole - Francesco Guccini
da  "Parnassius" - 1994


Parole, son parole, e quante mai ne ho adoperate
e quante ancora lette e poi sentite,
a raffica, trasmesse, a mano tesa, sussurrate,
sputate, a tanti giri, riverite,
adatte alla mattina, messe in abito da sera,
all' osteria citabili o a Cortina e o a Marghera.

Con gioia di parole ci riempiamo le mascelle
e in aria le facciamo rimbalzare
e se le cento usate sono in fondo sempre quelle
non è importante poi comunicare,
è come l' uomo solo che fischietta dal terrore
e vuole nel silenzio udire un suono, far rumore.

Mio caro amore, si è un po' come commessi viaggiatori
con campionari di parole e umori a ritmi di trecento e più al minuto;
amore muto, beati i letterari marinai, così sul taciturno e cerca guai,
così inventati e pieni di coraggio...

Io non son quei marinai, parole in rima ne ho già dette
e tante, strano, ma ne faccio dire
nostalgiche, incazzate, quanto basta maledette,
ironiche quel tanto per servire
a grattarsi un po' la rogna, soffocati dal collare
adatto per i cani o per la gogna del giullare.

Poi andare sopra un palco per compenso o l' emozione:
chi non ha mai sognato di provare?
Sia chi ha capito tutto e tutto sa per professione
ed ha un orgasmo a scrivere o a fischiare,
sia quelli che ti adorano fedeli, senza intoppi,
coi santi non si scherza, abbasso il Milan, viva Coppi!

Amore sappi, beato chi ha le musiche importanti,
le orchestre, luci e viole sviolinanti, non queste mie di fil di ferro e spago;
amore vago, mi tocca coi miei due giri costanti
fare il make-up a metonimie erranti: che gaffe proprio all'età della ragione...

E sì son tanti gli anni, ma se guardo ancora pochi,
Voltaire non ci ha insegnato ancora niente,
è questo quel periodo in cui i ruggiti si fan fiochi
oppure si ruggisce veramente
ed io del topo sovrastrutturale me ne frego;
chi sia Voltaire, mi dite? Va beh, dopo ve lo spiego.

E se pensate questi i vaniloqui di un anziano,
lo ammetto, ma mettiamoci d' accordo
conosco gente pìa, gente che sa guardar lontano
e alla maturità dicon sia sordo
perchè i rincoglioniti d' ogni parte odian parecchio
la libertà e la chiamano "vagiti", o "ostie" d'un vecchio.

Amore a specchio, è tanto bello urlare dagli schermi,
gettare a terra falsi pachidermi coprendo ad urla il vuoto ed il timore.
Qui sul mio onore, smetterei di giocar con le parole,
ma è un vizio antico e poi quando ci vuole per la battuta mi farei spellare...

E le chiacchiere son tante e se ne fan continuamente,
è tanto bello dar fiato alle trombe
o il vino o robe esotiche rimbomban nella mente,
esplodono parole come bombe,
pillacchere di fango, poesie dette sulla sedia,
ghirlande di semantica e gran tango dei mass-media.

Dibattito in diretta, miti, spot, ex-cineforum,
talk-show, magazine, trend, poi T.V. e radio,
telegiornale, spazi, nuovo, gadget, pista, quorum,
dietrismo, le tangenti, rock e stadio
deviati, bombe, agenti, buco e forza del destino,
scazzato, paranoia e gran minestra dello spino.

Amore fino, lo so che in questo modo cerco guai,
ma non sopporto questi parolai, non dire più che ci son dentro anch' io,
amore mio, se il gioco è essere furbo e intelligente
ti voglio presentare della gente e certamente presto capirai...

Ci sono, sai, nascosti dietro a pieghe di risate
che tiran giù i palazzi dei coglioni,
più sobri e più discreti e che fan meno puttanate
di me che scrivo in rima le canzoni,
i clown senza illusione, fucilati ad ogni muro,
se stan così le cose dei buffoni sia il futuro.

Son quelli che distinguono parole da parole
e sanno sceglier fra Mercuzio e Mina,
che fanno i giocolieri fra le verità e le mode,
i Franti che sghignazzano a dottrina
e irridono ai proverbi e berceran disincantati:
"Frà Mina e Frà Mercuzio son parole, e non son frati!"




Testo copiato da:

http://www.viafabbri43.net/testo-canzone/Parole

10 commenti:

  1. Più che il testo di una canzone, sembra una dichiarazione forte e intensa contro la vacuità e la stupidità imperanti e non solo. Ma insieme con la forza della rabbia si legge tra le parole, più che mai accentuata, la malinconia, entrambe tipiche di lui, ma qui mi pare sia la voce dell'anziano a vibrare della malinconia che l'età avanzata porta con sé.

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    1. Come al solito tu guardi con più occhi e mi fa sempre piacere leggerti.
      Ho trovato mie queste parole e lo sono anche le motivazioni che le hanno spinte fuori dalla penna di Guccini... forse perchè sono ormai anziana anch'io.
      Malinconia... a questo non avevo pensato... lo farò.
      Ciao!

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  2. Poco male...l'essere anziano ti dà modo di guardare dalla cima della montagna che poi è il "traguardo" del percorso della vita, (per non usare la parola "morte" per non dire quanto tutti siamo effimeri...).

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    1. L'anziano è una persona piena di parole e si spera non siano aria che esce dalla bocca. Quando non lo è, ecco che queste diventano Vita, per sè e gli altri che le ascoltano.
      Parliamo, parliamoci, siamo meravigliosamente vivi...l'età è solo un dettaglio.
      Ciao

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  3. Certo che di parole ce ne son tante, in questa canzone. Forse un po' troppe.......;))))))) Ciao Sari

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    1. E' una collana lunga questa di Guccini e, per me, non contiene parole vane ma necessarie. So che tu le usi in altro modo, le tue sono stringate, dense, sostanziose...lui invece è caratterialmente strabordante... viva la diversità.
      Ciao.

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  4. Che grandissime verità...."E le chiacchiere son tante e se ne fan continuamente, è tanto bello dar fiato alle trombe"
    Forse è vero che ad una certa età (come la mia) non si sopportano più certi parolai.
    Nessuna parola di Guccini è buttata lì a caso.
    Ciao Sari e Buona Domenica!

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    1. Ah sì, Guccini... in fin della licenza... tocca.
      Quante parole cattive vengono sparse ogni giorno... e sono false, corrosive, minacciose, volgari, cattive, violente... mamma mia che tempi strani stiamo vivendo. Ogni tanto debbo rintanarmi in cima al monte per ritemprarmi nel silenzio delle cime.
      Ciao cara Carla, buona serata.

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  5. Buon compleanno RINA...ina...ina... l'eco delle mie parole ti giunga affettuosa lì in cima al monte dove ti rintani, quando serve...,

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    1. Grazie Lili, li ho letti tutti i tuoi auguri. Ringrazia per me i tuoi amici.
      Ciao!

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