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11 mag 2015

Contaminazioni benefiche

Non posso che ringraziare questo benedetto mezzo, da cui vi scrivo,  che mi collega col mondo... perchè da quando vi ho messo piede (!) mi sento cresciuta, arricchita, più e meglio informata.
Debbo anche ringraziare la sorte che mi ha fatto incontrare persone  speciali, travestite da persone comuni, capaci di  condividere idee, il bello o necessario che hanno incontrato nei loro percorsi sentendo il desiderio di spanderlo  nelle onde del web.

A Fausta, incontrata  molti anni fa sul forum di Tiziano Terzani,  rubo talvolta  alcuni post  e oggi ri-incorrerò nello stesso reato divulgando  quello che trovate QUI

Un   dipinto  ha ispirato la Szymborska che così ne scrive:

Finché quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
Il Mondo non merita
la fine del mondo.












Ecco qua la LATTAIA di Veermer...
non ha forse avuto ragione Wislawa Szymborska a sentirne tutta la calma,  sicurezza, consuetudine e fedeltà a gesti quotidiani?
... e non è naturale che  Fausta sia rimasta incantata dall'uno e dall'altra?








Felice giorno al mio commentarium e ai passanti.

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16 commenti:

  1. Oddio Sari, il mio commento ti darà dolore e non vorrei. Da donne avreste dovuto leggere nel volto ritratto da un "pittore della luce" tutta la rassegnazione, la stanchezza, la noia del susseguirsi di gesti obbligati. La chiami "calma" tu, Sari mia, ma non è calma, è disperata usualità senza remissione. Il pittore, uno di quelli che inventò la magia della luce nei dipinti, fra i più belli mai visti, capì questa dimessa disperazione e voi, voi donne pronte, spesso a ragione, a dar di voce agli uomini, no? Forse sbaglio di grosso e, allora, chiedo scusa. Un bacio Sari.

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    1. Sai Giba, mentre scrivevo il post avevo pensato di citare la resistenza delle donne, quelle che hanno saputo, e sanno, compiere gesti ripetitivi senza ricompensa alcuna... mantenendo ugualmente forza e dignità.
      Non la vedo mesta la donna di Veermer ma religiosamente intenta. E trovo che nella donna dal viso chino a preparare la colazione con gesti calmi e sicuri, il pittore abbia messo tutta la poca luce che il giorno ancora avaro permetteva... quasi volesse incensare quel lavoro di cura a cui nessuno dà valore perchè non monetizzabile.
      La donna lavora e sa di stare dando inizio al giorno lavorativo dei suoi cari... un lavoro magari altrettanto ripetitivo, faticoso e anche avvilente.
      Il mio sguardo sul dipinto di Veermer è, come il tuo, personale... non mi metto certo a discutere di pittura con te... ma mi è piaciuto il confronto. Grazie!
      Un bacio.

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    2. Ho ripensato al tuo commento, Giba, e ora, alla luce della nostra lunghissima conoscenza e sapendo che riconosci alla donna la tua stessa dignità, cerco di interpretare meglio il tuo pensiero.
      In quella donna hai forse visto la sudditanza, le umiliazioni, la mancata riconoscenza. Una serva senza diritti, insomma.
      Sto pensando alla donna oggi, al suo apparire libera mentre mille incombenze le premono addosso ed è oberata da sensi di colpa per colpe che non ha. Non so, davvero non so dire se la donna di Veermer sia stata più o meno felice delle donne degli anni 2000.
      Ancora ciao.

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  2. neppure io discuto di pittura, ma il quadro ha trasmesso, come a te, Sari, l'emozione di un quotidiano fatto di gesti semplici, certamente ripetitivi ma non per questo noiosi. Il ripetersi di gesti antichi e fatti propri non è necessariamente schiavizzante. Anche perchè, mi viene da pensare......chissà che c'è dietro allo sguardo della donna che versa il latte nella ciotola....anche perchè speso, spessissimo, la ripetitività dei gesti lascia libera mente di vagare....e la mente è il nostro luogo libero!
    Emanuela

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    1. Tu ed io facciamo bene a non discutere di pittura con Giba che ne è esperto. ;)
      Pensa come sarebbe utile se si potesse scegliere di restare a casa ed avere come professione, pagata, l'accudimento della famiglia... uomo o donna che sia. Perchè è indispensabile che qualcuno si occupi della cura famigliare.
      La donna, da sempre, ha trovato naturale (obbligata) il dedicarsi alla casa e spesso l'ha fatto con amore, come dici, ma se questa attività oggi fosse retribuita, molte donne sceglierebbero di curare i figli, fosse solo per liberarsi dai rimorsi che oggi provano.
      Ciao Emanuela

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  5. Bel quadro e bel testo. Oggi, in un mondo che non si ferma nemmeno innanzi alla tragedia, scuote un po' il pensare che in un modo migliore e più sereno si potrebbe vivere meglio. Semplicemente, donando il giusto valore a ciò che ci circonda.

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    1. E la terra trema ancora in quel povero paese che si chiama Nepal. Che pena.
      Si potrebbe vivere meglio, ne sono certa, basterebbe imparare ad avere cura, come la massaia di Veermer di persone e cose.
      Ciao, non preoccuparti dei commenti sfuggiti... capita a tutti.
      Buona serata.

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  6. scusa Sari, mi sono partiti due post incompleti

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  7. C'è qualosa nella lattaia che mifa pensare a un gesto consueto
    e a un pensiero altrove
    pè vero che è oncentrata nella faccenda
    ma ha una preoccupazione che l'assilla.
    Il Veermer è uno che carpisce i moti più nascosti dell'animo umano
    è un ladro di sentimenti che andrebbe processato
    ma per fortuna ai suoi tempi non c'era la legge sulla privacy.

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    1. Ecco qui un altro esperto di pittura mentre io ne sono a digiuno. ;)
      Riguardando il dipinto, dopo aver letto Giba, ho visto una donna stanca, dopo aver letto te vedo anch'io una donna preoccupata... ma continuo a viverla come donna ferma e dispensatrice di bene.
      Forse sta proprio qui la grandezza dell'artista.. nel provocare emozioni, e ad ognuno la sua.
      Si è un gran pittore questo Veermer (ladro di sentimenti... bella!)

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  8. Ciao cara Sari, lungi da me l'approfondire una argomento così importante come la pittura e soprattutto di questo tipo di pittura, voglio dirti però cosa ci vedo io.
    Sono convinta che ogni artista vuol trasmettere varie emozioni e tra gli osservatori c'è chi ne coglie una e chi ne cogli un'altra, forse alcune emozioni suscitate neppure lo stesso artista le poteva prevedere.
    Nel volto di questa donna (che probabilmente era una serva della casa) ci vedo sì la serenità e soprattutto la quotidianità dei gesti ma anche la concentrazione nel versare la giusta dose di latte nella ciotola di rame perchè dovrà, come ogni giorno, preparare la sua ricetta con il pane posto sulla tovaglia. Sicuramente sta preparando qualcosa come la ricetta di tutti i giorni che dovrà risultare con lo stesso sapore del giorno prima e del giorno prima ancora. Una ricetta deliziosa con pochi ingredienti e ben dosati come mi mostra il suo viso concentrato sul suo gesto e sul latte.
    Perdona questa intrusione, non me ne vogliano gli intenditori.
    A presto

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    1. Il mio post non verteva sul dipinto ma sulle emozioni che provoca... quindi non sei affatto una intrusa. E comunque sei sempre ben accetta.
      Hai notato che le nostre opinioni sul ruolo della Lattaia si dividono in base al genere? I signori uomini sono più pratici e vedono la fatica, noi il bello del preparare e dell'accudire con garbo e sapienza. Che grande utilità, che ricchezza, la diversità.
      Ciao Carla.
      P.S.: Leggendoti ho pensato che la concentrazione della Lattaia potesse essere rivolta al fare le parti uguali, in modo che nessuno avesse da patire.

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  9. Quando ci fu il terremoto a Napoli, novembre '80, per non pensare troppo, mi dedicai più intensamente ad un lavoro a maglia che avevo già incominciato e che portai a termine in breve.Quando lo cucii per portarlo a termine, era un pullover per mio figlio, chiarii a me stessa che mi sentivo felice, per aver fatto qualcosa per una persona amata. Mi piaceva anche, stirare bene le camicie di mio marito, con l'appretto profumato. Secondo me, noi Donne siamo ancora molto sconosciute all'Uomo.(Che dici RINA, sono andata fuori tema?)

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    1. Mio padre diceva che, nei momenti difficili, ognuno doveva dare il meglio di sè nel posto dove si trovava e per chi era attorno a lui... come vedi, lui pensava proprio come te.
      Qui non si va mai fuori tema, Lili... ogni contributo che allarghi la conversazione è considerato ricchezza.
      Ciao

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