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27 dic 2013

Regole, grammaticali e non



Non so se capita anche ad altri ma io ritaglio da giornali e  riviste gli articoli che più mi premono per rileggerli con calma.  Rileggo quindi, ora, un trafiletto di Piero Ottone, giornalista che mi è sempre piaciuto sia per il modo onesto e chiaro con cui esprime le proprie   idee che per l'ottima scrittura,  sempre  accurata.  L'articolo punta il dito contro il fastidioso uso improprio dei pronomi, del "gli" al posto di "le" ma  si vede ben presto che questo è solo un pretesto per parlare di ben altra  trasgressione.  

Scrive:  "E' probabile che la forma sbagliata sia sempre più frequente solo perchè di quel timido "le", ormai, si dimentica l'esistenza. Non ne faremo un dramma. Ma possiamo trarne una lezione e poi fare una considerazione generale.  La lezione è che, quando si comincia a peccare non si smette più e i peccati alla fine prevalgono. E la considerazione  generale è che alle regole, ormai, non si bada più, nel modo di parlare e nel modo di vivere".

Modi di vivere. Rileggendo Ottone,  mi tornano in mente le scuse dei politici sorpresi con le mani nel sacco e  penso anche al cittadino che scade in cattivi comportamenti... ambedue senza rimorsi ma con il dispiacere d'essere stato scoperto e la pretesa di non essere giudicato. 
"non sono il solo a farlo" 
"ho preso meno di..."
"fanno tutti così" 
"sono tutti disonesti perchè  proprio io dovrei"
"è sempre successo"

Trasgressione. Se  abbiamo bisogno di nutrirci, vestirci, avere un tetto sopra la testa,  se abbiamo bisogno di un posto di lavoro decente, d'essere amati, accuditi quando non siamo in grado di farlo coi nostri  mezzi...  fermiamoci a pensare.

Pensiamo  a tutte le volte che abbiamo  trasgredito...
Quando abbiamo lavorato, o fatto lavorare,  senza versare i contributi. 
Quando abbiamo evaso il fisco senza crederci colpevoli, anzi.
Quando non abbiamo rispettato il codice della strada. 
Quando, avendone l'occasione, abbiamo preso qualcosa di pubblico sentendolo immediatamente privato e quindi nostro. 
Quando non abbiamo rispettato le regole del buon vivere dettate  sia   dal rispetto che dalla legge. 
E qui ce ne sarebbero di cose da aggiungere...

Ecco, rileggendo Ottone mi sento rincuorata... quelle regole che dal capo del governo in poi sono state svilite e sbeffeggiate, sono in realtà alla base del nostro vivere in  giustizia e  armonia. 
Se fossi come quel tizio che si diverte e scrivere neologismi, ne inventerei uno per sostituire la parola "regola" che ci fa un brutto effetto, non ci piace, ci fa sentire bambini, per trovarne una che ci dia il senso di piena dignità e valore che la regola rispettata permette. 
Chi se la sente, crei il suo neologismo... bello, importante, pomposo, che riempia la bocca e appaghi il  senso dell'onore. Quello vero e meritato, naturalmente.   


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4 commenti:

  1. Onorevoli adempimenti
    non è un neologismo
    e manco credo che serva una parola nuova
    abbiamo un vocabolario che contempla tutto
    e non è necessario trovare parole italiane o stranere per dirci le cose .
    Buonanotte sari,
    Stasera mi sono tagliato una fetta di dito, due punti di sutura
    e mannaggia adessomi fa male.
    buonanotte dinuovo..

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    1. Buongiorno Nucci, come va? Credo bene ti facesse male la ferita, ieri sera, ma oggi andrà meglio, spero. Auguri!

      In una società che non rende dignitosa la professione di spazzino e preferisce cambiargli nome, ci si deve per forza inventare qualcosa di nuovo. E' pura stoltezza? O sì.
      Grazie per il contributo e felice giorno. Nonostante...

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  2. e non è necessario trovare parole italiane o stranere per dirci le cose
    oveva essere:
    e non è necessario trovare NUOVE parole italiane o stranere per dirci le cose

    Va meglio, la stecca lo tiene dritto e non fa più male.
    Dove passi la mezzanotte?
    Buon anno.

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    1. Sono lieta che la ferita non ti provochi dolore. Domani sera sarò a casa, sperando che il comune faccia rispettare il divieto di botti pesanti. Buon 2014 amico mio.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.