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31 mag 2013

Crea Pane e Lavoro



Come popolo siamo in profonda  crisi  ma  non lo sappiamo fino in fondo  perchè le notizie ci giungono frammentate, interpretate...  ma  siamo in  profonda crisi perchè  in troppe famiglie si vive con l'angoscia del  giorno  dopo, si vive col senso di incertezza per un futuro che appare scuro  e ci si sente precari in ogni situazione. 
Nonostante questo,  restiamo immobili  davanti a questa crisi che paralizza il futuro dei nostri giovani e rende incerto e angoscioso il nostro di persone adulte,  se non anziane come me.   Non ci impegniamo abbastanza, anche se  ne va della nostra vita e di quella del paese ma quelli che stanno accadendo,  sono fatti troppo vitali  perchè possiamo non curarcene... niente è più importante del lavoro e dei diritti ad esso legati.
"Mi piace, non mi piace".  A questo ci hanno abituati i social network... e quando l'abbiamo fatto ci sentiamo a posto (!!!)  ma non è così perchè questo  "clik" annulla la capacità di pensare e trovare parole per esprimere, prima di tutti a noi stessi, quel che pensiamo. 
Non limitiamoci a  questo o a pensare che quel che leggiamo è giusto o ingiusto  ma agiamo dove e come  possiamo.  Qui, nel web,  lo si può fare anche aderendo o commentando in un  blog...  abbiamo l'immensa possibilità della condivisione, di non far sentire solo chi ha un'idea o una forza che non ci appartiene... è cosa  facile, non impegna e non richiede tempo.  
Francesco Zaffuto ha avuto una bella idea  ed ha aperto il blog  "Crea Pane e Lavoro"  ed è sorprendente come pochi  gli lascino  una riga  di adesione a quel  suo progetto sul lavoro  che ha avuto risposta da un partito e  dalla presidente Boldrini.   
Che si sia o meno d'accordo con quel che scrive, facciamoglielo sapere... non lasciamo sole le persone che hanno un'idea e la curano anche in vece nostra. 

Crea Pane e Lavoro lo trovi cliccando qui  

8 commenti:

  1. sono andato da lui e ho detto che mi mandavi te

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    1. Ti ho "mandato" in un posto interessante, no?
      Rido.
      Ciao, sei un bel tipo, sai?

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  2. Ho letto quel che dice Zaffuto, nel suo Blog. Indubbiamente ha ragione, ma solo in teoria. Se lo Stato non ha una lira, come può prendere in carico, oggi, l'Ilva ?
    Seconda considerazione: l'Ilva/Italsider fu fondata nel 1905 come azienda di Stato. Cominciò subito a inquinare e lo Stato non se ne dette per inteso. Inquinò quando la rilevò la Banca Commerciale, nel '38, quando fu ceduta, ne 1995 al gruppo Riva, a un prezzo vile, continuò ad inquinare. Lo Stato, che ne fu proprietario per quasi un secolo, se ne accorse nel 2012. Perché non curò, quando gli impianti furono svenduti, di inserire e far rispettare una clausola che imponesse il risanamento, considerato il "regalo" fatto ai Riva, come unico perfezionamento della vendita?
    Perché si vuol considerare i Riva come "unici" responsabili di un disastro di Stato, uno Stato che vide passare governi di sinistra e di centro sinistra a josa (Berlusconi non era incora subentrato), senza che i sindacati più ferocemente nemici dei "padroni" si accorgessero (guarda caso) di niente ? Domande cui, non essendo un esperto, chiederei una risposta. Grazie.

    Ciao Sarina

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    1. Non sono in grado di risponderti punto per punto ma penso sia necessario stabilire le responsabilità e anche quel che è urgente... poi si dovranno trovare risorse (anche facendo convenzioni con privati) per risanare quel territorio devastato. Sarebbe un bel passo avanti per la giustizia di cui abbiamo tutti grande sete e anche monito.
      Spero che Zaffuto passi di qua e dica quel che pensa del tuo intervento... e se tu lo postassi in "Pane e Lavoro"?
      Ciao amico mio.
      P.S.: Rileggendoti: quando dicono che lo Stato siamo noi mi sento un gran peso sulle spalle.

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  3. No Sari, lo Stato NON siamo noi. Non insultiamoci. Lo Stato, da sempre, solo loro: con Francesco in panchina.

    No, ti voglio bene, non voglio offendere la tua fede. La fede l'ho anch'io. Credi, non c'entra.

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    1. Giba, nessun cambiamento è avvenuto di colpo, a parte le rivoluzioni, e vorrei dare credito a questo papa che si è appena seduto su una sedia scomoda. Questo non c'entra con la fede, è vero anche per me.
      Dicendo che lo stato siamo noi, mi tirerei anch'io da parte come fai tu... ma quel "noi" è il mucchio dei nostri fratelli italiani di cui facciamo parte. Spesso felicemente.
      Ciao Giuliano. :)

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  4. naturalmente la penso come giba. tuttavia anch'io, commentando il post, non ho voluto affrontare-approfondire il discorso da questo punto di vista. vi ho solo accennato. ciao

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    1. Anch'io vorrei dire come te e Giba perchè mi sento distante da parecchi miei fratelli di terra ma credo che il "noi" tocchi a tutti.
      Ciao, buona giornata

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.