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2 feb 2013

Poveri noi

Chi siano i poveri, oggi, non lo so più perchè la mia amica A. dice che alla Caritas arrivano famiglie di impiegati, operai, gente con figli piccoli che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.. persone che han sempre lavorato e che la politica di questi anni ha immiserito. Se sono loro i nuovi poveri, quelli che stazionano per strada, i barboni, coloro che vendono fazzoletti di carta, che ti tendono la mano, chi sono e come li chiameremo?

Ieri sono stata in centro e a ogni angolo di strada c'erano persone con la mano tesa... gente di ogni colore e condizione che mi hanno irritata parecchio con il loro seguirmi, insistere e starmi troppo vicino... l'insofferenza a pareggiare i conti con la mia coscienza. Se mi parlano, cerco di indirizzarli verso le tante forme di aiuto che i città sono presenti... ma non dò niente a nessuno perchè so che dietro la mano del povero c'è un "giro" che non è bene ingrassare.
E sono sempre di più, i poveri che chiedono.

C'è chi dice: io dò l'offerta solo a chi lo merita.
Ma come si fa... come si può capire chi è degno (!) di ricevere la nostra offerta?
Non certamente il venditore di fazzoletti di carta che t'insegue, ti sbarra il passo, ti dice di avere fame ma vuole denaro e non il panino. Lui t'irrita solamente. No, lui no.
E' forse la donna col cartello che in quattro righe ti racconta una storia strappalacrime? E' il lavatore di vetri che, dismesse le cattive maniere, ti sorride accattivante?
E' il barbone che sta a testa china sopra il misero cappello e pare uno straccetto abbandonato a lato del portico?
E' il finto sciancato che trovi la sera al bar, ritto e miracolato, a cambiare le monetine che s'è guadagnato durante la giornata? Ah lui no, di lui si dice peste e corna perchè è un imbroglione!

E perchè, lui, dovrebbe essere meno degno degli altri? E' un poveraccio che fa un duro lavoro e non importa se ha dovuto fingersi zoppo per impietosire i passanti. Deve pur sopravvivere e avremmo preferito che avesse aspettato qualcuno dietro l'angolo con un bastone in mano?
E noi? Ci guadagnamo da vivere in modo più chiaro e nobile? C'è chi vende veleno, chi costruisce case malsane e con poco cemento, chi ruba denaro pubblico, chi truffa il datore di lavoro non facendo il suo dovere... Siamo sicuri che il finto sciancato che chiede una moneta sia più truffatore di tanti altri? Io penso lo sia meno perchè lui è vestito da povero e, volendo, lo si può arginare, evitare.

Non sono comunque  i poveri il problema, è il sistema che non va, che è da cambiare, è il lasciare i miseri a sè stessi e alla pietà del prossimo a darmi fastidio.
Fa pietà anche quella politica che lascia che tutto questo accada.


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16 commenti:

  1. Oltre all'art. 1 della costituzione che dice che la repubblica è fondata sul lavoro c'è un altro articolo bellissimo e ben articolato, l'articolo 38
    "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
    I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
    Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
    Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
    L'assistenza privata è libera."
    L'applicazione di questo articolo già prevede un reddito minimo per chi versa in condizioni di indigenza e una indennità di disoccupazione per chi si dichiara disponibile al lavoro.
    Basterebbe un minimo di rispetto per una costituzione che già esiste. ciao

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    1. Caro Francesco, non sai come mi consolano il tuo impegno e il tuo sapere... la malattia italiana può essere curata solo con la conoscenza e la consapevolezza.
      Grazie.
      E grazie anche per l'articolo che hai scritto sul tuo blog, lo riprenderò qui.
      Buona domenica.

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  2. Come operatore volontario alla mensa serale della Caritas cittadina della mia città, (2-3 sere alla settimana o anche facendo tampone a chi manca) posso affermare che ormai non sono solo "facce" straniere che attingono a questo servizio, ma anche italiani single o che han famiglia e a han perso lavoro che trovandosi in un momento particolare del loro vivere, trovano in un'organizzazione di volontariato come questa, un po' di sollievo al loro vivere. Certo, il nostro impegno è una goccia nel mare, ma parte del nostro tempo lo si mette a disposizione dei bisognosi + che volentieri e con tutto il cuore.
    Adesso, oltre alla mensa,ho preso impegno ad essere con loro in dormitorio, per 2 sere, a chiacchierare, scambiarsi opinioni, giocare a carte..insomma a raccontarcela su per 2 - tre ore, per farli, in qualche modo, sentirli meno soli.

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    1. Guarda che consolazione sono i miei lettori...
      Nel mio governo ideale, Francesco sarà ministro del lavoro e tu, Paolo, del welfare.
      Il tuo impegno è di grande valore e chi, come te, si adopera in modo così costante per i vicini, ricuce e ripara i tanti torti che i cosiddetti "onorevoli" producono.
      Grazie Paolo, buona domenica.

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  3. Niloda ecc... grazie
    Anche io Sari non dò niente a nessuno
    per la tua stessa ragione
    esono infastidito dai venditori
    ma anche da quelli "legali" che ti telefonano
    purtroppo adesso va così, ci vorranno anni per cambiare, ma sono certo che cambieremo.

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    1. Dai venditori legali ci si può difendere... basta iscriversi al Registro delle Opposizioni.
      Qui: http://www.stoptel.it/
      Non ti disturberà più nessuno.
      Cambieremo, dici... sì ma c'è tanto lavoro da fare, prima che possa succedere. Occorre la cultura della legalità, la coscienza di cosa significhi essere cittadino e deve passare l'idea che "cittadino" non è una parola singolare ma plurale.
      Ciao.

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  4. Sari,visto che le organizzazioni serie, come la Caritas, percepiscono solo un quinto di quanto destinato a loro con donazioni, trattenendo la chiesa i quattro quinti per "spese di culto" (dal bilancio vaticano del 2010), a chi darai ristoro, se non lo fai personalmente? In Italia esistono ONLUS in numero assurdo: ce ne sono 32275! Trane una ventina, le altre sono in mano a truffatori che si spacciano per benefattori, con tanto di pubblicità televisive agevolate.
    Allora regaliamo coperte ai barboni (non saprei come far capire a chi mi riferisco, se non parlando di "diversamente glabri"), panini a chi ha fame, tortellini in brodo invece di denari ai poveracci sotto i tuoi bei portici. Diamo "in natura" ma diamo. Non affidiamo soldi ai mascalzoni o alla mafia (che spesso sfrutta i poveracci). Una volta che hanno mangiato è difficile pretendere la tangente "tortellinica"! Un bacio.

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    1. Le onlus sono fuori controllo e ci sono persino scuole private, costosissime, in quegli elenchi... ed è cosa vergognosa.
      So che il denaro che arriva alla Caritas nazionale è trattenuto in larga parte dal vaticano ma esiste un'altra realtà che è la Caritas locale. Qui si trovano gli armadi dei poveri, le mense, le organizzazioni che aiutano a pagare l'affitto a chi non ce la fa più o le medicine. Dietro questo volontariato che produce e vende per autofinanziarsi, c'è un lavoro immenso e gratuito che rigenera il cuore. E' questo a fare onore alla Caritas e al suo volontariato. E quando si sa che alla mensa mancano l'olio o la pasta il cesto apposito si riempie. Lì ogni offerta viene contabilizzata e il bilancio è a disposizione. Questa è la mia esperienza diretta.
      Anche a me è capitato di offrire una colazione a chi mi diceva di avere fame... ma è raro che accettino una pizza o un panino perchè del denaro debbono rendere conto... due volte poveretti, e lo dico con dolore.
      Sai quanto sarebbe facile allungare una moneta, per chi se lo può permettere, a chi la chiede? L'impegno invece costa caro, ben più di quel che saresti disposto a offrire... il conto arriva a sera, quando fuori fa un freddo cane e chiudi la porta di casa.
      Ciao Giba, buona domenica. :))

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    2. Ti sorprenderebbe, Sari, sapere che ho fatto per anni parte della "San Vincenzo"? Così fu, io unico membro dichiaratamente "laico", coi miei amici Mario Lambiase e Basilio Liverino, il primo un primario neurologo a Castellammare, il secondo fondatore del "Museo del corallo" di Torre del Greco e proprietario della più grande azienda del settore. Sai quale fu, allora, la difficoltà più pesante? Trovare i poveri veri, quelli che non ci marciavano, quelli che non rifiutavano la minestra per i soldi. I poveri vanno aiutati e sofferti ma, spesso, non sono "buoni". Spesso sono incattiviti e ti odiano. Ma li capisco.
      Fra poco subiremo la trasformazione anche noi. No, non ti odiavano per il tuo modo di donare, quanto più discreto possibile. Ti odiavano perché non sopportavano l'umiliazione del chiedere "per carità". Ciaooo.

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    3. iba sei grande, e non per i tuoi due metri di altezza.
      Quel che dici dei poveri è in gran parte vero, questo perchè la miseria toglie dignità e quando una persona la perde è come avesse se perso tutto... e si può arrivare a detestare sia il bisogno che la mano che lo quieta.
      Chi elargisce non dovrebbe dare gratuitamente. Chi bussa alla porta deve sapere di dover dare qualcosa in cambio...fosse pure un lavoro inventato, come fa un vecchio parroco che fa pulire la sagrestia anche tre volte al giorno pur di giustificare una giusta paga a chi gli ha chiesto aiuto. In questo caso il bisognoso non riceve una elemosina ma un compenso. E' questo a dargli dignità, questo che gli permette di sentirsi "pari", di tornare a bussare quando ha bisogno.
      Ciao, buon pomeriggio.

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  5. Vengo da Francesco per lasciarti un saluto e un breve commento.
    Credo che quella dell'elemosina sia una delle poche attività, oltre alla mafia e alla politica (non necessariamente disgiunte), ad essere in attivo. Non a livello degli "operatori" finali, ma di tutto l'apparato che ci sta dietro, terza cupola di sistemi da abbattere.
    Francesco dice bene, citando l'art. 38, ma mi porta subito a pensare che, quando i nostri "adorati" politici accennano a modifiche della Costituzione, pensino più all'abrogazione degli obblighi civili in essa contenuti che ad un miglioramento di norme particolari già esistenti (a parte i tentativi di modifiche ad personam, che spuntano a ogni cambio di timoniere).
    Quanto al lasciare la monetina, non credo siano necessarie valutazioni su "chi la merita" e chi no: è una scelta soggettiva che appaga un qualcosa non ben definito in chi la dà, senza perdere tempo a chiedersi dove quell'obolo vada a finire.
    Ciao, buona domenica, a presto.

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    1. Metto la firma a tutto quel che scrivi, Gattonero. Benvenuto!
      Pensa come sarebbe bello se non ci fosse bisogno delle organizzazioni... se ognuno sentisse come naturale l'occuparsi del vicino. E per vicino intendo quelli che fisicamente lo sono... da quelli di casa a coloro che incontri per strada.
      Cosa costa, a noi, sorridere a un anziana sola che siede intristita nell'unica panchina che coglie un raggio di sole? Questo è ben più di una monetina, produce un movimento del cuore, dona energia... ma a chi deve dare costa. Costa se non ha ricevuto a sua volta il sostegno di un altro essere umano che gli ha sorriso. Ecco, credo che dovremmo spandere più buone abitudini, tanto da farle diventare naturali.
      Buona domenica, Gattonero, contenta di averti letto.

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  6. Le tue considerazioni, e soprattutto le tue conclusioni, sono di profonda ed evidente saggezza.
    Non dobbiamo stancarci, sul tuo esempio, di ripetere con forza concetti come questi, che dovrebbero essere semplici e normali ma che, nella realtà attuale, sono rivoluzionari.
    Per quanto riguarda le risposte alle sempre più frequenti richieste di aiuto, il tuo approccio di indirizzare verso le organizzazioni solidali è molto corretto. Da parte mia, anche per scarsa conoscenza di tali indirizzi, cerco di giudicare il grado di autentica umiltà con cui mi viene chiesto aiuto, e credo che questo sia già un discreto termometro.

    Ciao Sari, un caro saluto.
    p.s.: di recente mi hai fatto i complimenti per i miei lettori, ma vedo che anche i tuoi non scherzano...!

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    1. Grazie per l'apprezzamento, Franz. Viviamo tempi insoliti e spero che la solidarietà, che non è morta con questa crisi, migliori la nostra società.
      E' vero, i miei lettori mi stupiscono parecchio e mi surclassano... ne sono felice.
      Ciao, un abbraccio.

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  7. l'elemosina mette anche me un po' in difficoltà. non tanto per non saper a chi dare, quanto perché non mi piace il denaro. senza contare poi il rendersi conto di donare solo il superfluo: un dono quasi ridicolo, per non dir peggio. ma tant'è: tocca assumersi le proprie responsabilità. quindi il più delle volte improvviso: do e non do, di più e di meno. non m'aspetto nulla: cioè non so se ho fatto bene o male. spero e basta, senza giudicare. con qualche mendicante scambio pure alcune parole o saluti. insomma ho instaurato delle piccole relazioni. buona serata

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    1. "... tocca assumersi le proprie responsabilità".
      Già, la responsabilità non la si mette mai in conto, purtroppo.
      I saluti e le due parole scambiate sono monetine che "sfamano", come e meglio delle altre, a fine giornata. Ma che si dice a una persona a cui hai appena dato un soldino? Non lo so, sono timida e so rapportarmi con facilità solo coi bambini... per fortuna ci sono persone come te.
      Buona giornata Ant. :)

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