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17 ott 2012

La notte dei senza dimora



"In occasione del 17 ottobre, Giornata Mondiale Onu della lotta alla Povertà, la Consulta contro l’Esclusione sociale del Comune di Bologna promuove un’iniziativa simbolica per ricordare alla cittadinanza bolognese come la povertà crescente e i fenomeni di esclusione sociale rappresentino una drammatica realtà che affligge sempre più anche la nostra città, la sesta in Italia per numero di persone senza dimora."
Comincia così l'articolo pubblicato da  Piazza Grande  il giornale di strada dei senzatetto e ci avverte che oggi le associazioni bolognesi e i cittadini comuni sono invitati in Piazza Galvani, a partire dalle ore 18, per conoscere e cercare di capire cosa vuol dire non avere casa, un luogo sicuro dove riposare e trascorrere la notte in tranquillità.
In questo pomeriggio speciale ci saranno manifestazioni, testimonianze, momenti di svago e di conoscenza dei dati su questo drammatico problema legato alla perdita del lavoro, della casa e di conseguente perdita della dignità personale.
Al termine della manifestazione, chi lo desidera potrà fermarsi a dormire in piazza, per capire cosa vuol dire non avere un tetto sopra la testa.
La Caritas è allarmata dalle famglie che sempre più chiedono sostegno per i bisogni primari e denuncia l'arricchirsi di pochi contro la poverà crescente di molti, cosa che sapevamo ma  sentirlo dire in chiaro preoccupa parecchio.
Occorre chiedere a gran voce che la politica ci soccorra con leggi giuste ed eque.



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2 commenti:

  1. Vedi amica mia, è difficile scrivere un commento, in cui si vorrebbe poter trovare un appiglio, un'idea, per dare speranza e conforto, ma le parole in questi casi non servono, e non serve sperimentare una notte all'addiaccio per capire la drammaticità della situazione di chi non ha lavoro...

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    1. Hai ragione sai, Lili... ma una notte all'addiaccio, senza un lume per leggere, il bicchiere d'acqua per la sete, un bagno dove fare pipì, le due righe da leggere in santa pace, la coperta per il freddo, un doloretto da rimediare con il riposo (e queste sono solo piccole cose, in fondo) servirebbe per cominciare a capire quanto disagio deve provare chi una casa, e spesso un lavoro, non l'ha. Mi rendo conto che chi questa notte ha fatto l'esperienza di condivisione con i senza dimora, una gran sensibilità deve pur averla ma spero possano dilatarla fino a toccare altre coscienze. C'è ancora chi pensa che i senza tetto se la sono cercata, che sono disadattati, che hanno scelto di essere quel che sono mentre invece, spesso, ahimè, non è così.
      Quel che conta è diventare aperti e sensibili...DOBBIAMO... non cedere alla tentazione di voler capire chi merita o meno di essere aiutato ma FARLO senza potere o volere capire. O/e, al peggio, giudicare.
      Ciao cara.

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.