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29 mag 2011

Incontri

Ho conosciuto un giovane uomo rumeno ed abbiamo parlato delle società, la nostra e la sua. Diceva che qui sta bene, che guadagna bene, che ha potuto riunire la sua famiglia (due figlie adolescenti che studiano e la moglie che lavora) e che poteva quindi pensare al futuro con fiducia ma che non era del tutto contento. Perchè? Diceva di non sentirsi accettato dagli italiani ed io, sapendo che è stimato e salutato con favore da molti, gliene ho chiesto ragione.
Le sue argomentazioni sono state inconsistenti ma insisteva soprattutto sul fatto che gli italiani soffrono di razzismo e che il suo popolo è troppo denigrato.
Ma tu, ho insistito, che esperienza hai fatto a Bologna? Hai avuto un lavoro una casa, la possibilità di far studiare le tue figlie, puoi curarti e viaggiare liberamente, hai amici italiani e rumeni... ed allora perchè non sei contento? Al tuo paese non avevi nulla, qui in brevissimo tempo hai avuto tanto, cosa vorresti di più? Non ha saputo dirlo e dal suo sguardo lontano che non incontrava il mio ho creduto di capire che forse è anche lui vittima della politica della divisione... ti fan credere che gli altri ce l'hanno con te e ti senti vittima... tutto questo senza neppure fermarsi a riflettere ed a fare due giusti conti. Peccato.


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6 commenti:

  1. la tua mi pare una valida riflessione. forse personalmente, come molti, esagera e non si sofferma sulle sfumature e distinzioni.
    buona giornata

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  2. Sono d'accordo con te...e questa penso sia una delle raioni per cui non è possibile una vera integrazione....le riserve sono da entrambe le parti!

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  3. Hai ragione sai, Sari.
    Non siamo noi italiani i soli "razzisti". Razzisti sono tutti gli uomini, verso i diversi da loro.

    E' più forte di noi e certe pretese di eguaglianza sono assurde perché inpossibili. Si ha diritto alla parità nei trattamenti ma non ci sarà mai eguaglianza. Colpa di nessuno.

    Strano a dirsi i più razzisti e xenofobi che ci siano sono gli africani, tribù contro tribù.

    Non parliamo della Cina, che conta 50 etnie di cui gli Han sono i più numerosi.
    Se non ci fosse il comunismo che li costringe ad essere unite si ammazzerebbero allegramente a vicenda, come hanno sempre fatto prima.

    La strage di piazza Tienammen, duole dirlo, fu una tremenda necessità per evitare una sanguinosa divisione con milioni di morti.

    Dio ci salvi dalle responsabilità di governare.

    Ciao cara.

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  4. Anton, quell'uomo non ti somiglia affatto: guarda tutto con occhi scontenti.
    Buona e gioiosa giornata.

    Sari

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  5. Sì sì, Nonnatuttua, credo anch'io che non sia possibile una vera integrazione. Potrebbe verificarsi solo fra individui generosi, senza preconcetti e disposti a fidarsi. Mica facile di questi tempi.
    Un grande abbraccio.

    Sari

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  6. Diversi... hai detto bene Giba, fra diversi il colloquio è difficile perchè non si intendono le parole che intercorrono ma il frastuono prodotto da preconcette opinioni. La pigrizia mentale poi fa il resto. Peccato.
    Oggi lo straniero viene da paesi lontani, ieri era quello della regione limitrofa.. del paese accanot... del quartiere confinante.. quello che abitava al di là della strada.
    Ripeto: peccato!
    Faccio mio il tuo: Dio ci salvi dalla resposabilità del governare.

    Ciao con abbraccio.
    Sari

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- Grazie per il tuo commento che sarà sicuramente rispettoso.